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lunedì 2 novembre 2009

La nuova Offerta Formativa 2010/2011

Da www.polito.it

Il Senato Accademico nella seduta del 21 ottobre scorso ha approvato le linee guida per la progettazione dell’offerta formativa per l’Anno Accademico 2010/2011, in accordo con la disciplina dettata dal DM 270 e con le successive indicazioni contenute della nota del MIUR prot. 160. Il piano approvato dal Senato si propone di coniugare sostenibilità e qualità della didattica, attraverso la ridefinizione completa dei percorsi triennali e di Laurea Magistrale, la valorizzazione delle sedi decentrate in termini di ricerca, trasferimento tecnologico e servizi, il rafforzamento delle politiche di internazionalizzazione, l’applicazione di paradigmi adeguati ai diversi segmenti formativi e la sperimentazione di nuove tecnologie.

L’offerta per la Laurea Triennale nel prossimo Anno Accademico sarà così articolata:
Laurea triennale
Ingegneria: 1° anno comune per 55 crediti (Analisi I, Chimica, Inglese, Geometria, Fisica I, Informatica, Scienze umane/Economia)
2° anno organizzato per aree disciplinari (Industriale, Ambientale/Civile/Edile, Informazione, Gestionale)
3° anno differenziato per corso di laurea
Architettura: Laurea interfacoltà in Architettura
Lauree in Disegno industriale e Pianificazione e Urbanistica.

Le Lauree Magistrali sono state riprogettate, conservando e valorizzando la varietà dell’offerta formativa, con particolare attenzione alle aree culturali emergenti e interdisciplinari, con elevato impatto sull’attività di ricerca.

Le scelte del Senato Accademico sono state ispirate dalle seguenti linee di indirizzo:
- La centralità degli studenti ed il ruolo di una grande università pubblica, che mira a garantire un’adeguata preparazione tecnica e professionale (fondata su una solida formazione di base) ad un congruo numero di studenti di primo livello e una preparazione di elevata qualità agli studenti della Laurea Magistrale e del Dottorato di Ricerca. Conseguentemente il Politecnico ha deciso di non ridurre il numero di studenti attraverso l’introduzione di numeri programmati per le lauree triennali, con l’eccezione dei corsi di Laurea per cui è previsto per Legge.

- La progettazione di un’offerta formativa che sappia coniugare sostenibilità e qualità, dove i Professori e i Ricercatori possano dedicare un tempo congruo alla ricerca scientifica, alla preparazione e all’approfondimento delle tematiche trattate nelle lezioni e dove si assicuri un’adeguata assistenza agli studenti, con tutorati ed esercitazioni offerti a gruppi non eccessivamente numerosi, in un campus universitario dotato di strutture appropriate (laboratori didattici e di ricerca, biblioteche, etc.) con una presenza stanziale dei docenti.

- Il proseguimento delle politiche di internazionalizzazione dell’Ateneo, che hanno portato ad un sostanziale incremento degli studenti stranieri di primo e secondo livello, raggiungendo percentuali molto al di sopra della media italiana, paragonabili a quelle delle migliori università tecniche europee, e la previsione di percorsi internazionali che conducano al titolo congiunto con una o più università straniere di prestigio per i corsi di Laurea Magistrale.

- La valorizzazione delle opportunità offerte dalle Nuove Tecnologie (Video-streaming, prodotti multimediali), che comportano un profondo ripensamento delle modalità di erogazione dell’offerta formativa con riferimento al nuovo contesto socio-culturale in cui docenti e studenti (Digital Natives) si trovano a operare, con significativi vantaggi per coloro che non hanno la possibilità di frequentare le lezioni (studenti lavoratori, fuori sede, portatori di handicap, ecc.).

Il Senato Accademico ha preso atto che i vincoli di sostenibilità non consentono margini per l’attivazione di corsi di Laurea e Laurea Magistrale presso sedi non metropolitane, ma nel contempo ha deciso di rafforzare, alla luce del piano strategico di Ateneo e delle proprie linee di indirizzo, la caratterizzazione delle sedi decentrate in termini di ricerca, trasferimento tecnologico, servizi al territorio e localizzazione di attività formative non istituzionali (Master di I e II livello) e di percorsi formativi professionalizzanti (Istituti Tecnici Superiori).

Un importante aspetto della riforma riguarderà infatti l’adozione di un nuovo modello di alta formazione, che preveda accanto ai percorsi accademici curricolari di primo, secondo e terzo livello, concentrati nella sede metropolitana, percorsi professionalizzanti post-secondari (Istituti Tecnici Superiori), rivolti ai diplomati delle Scuole Medie Superiori. Questi nuovi percorsi formativi saranno prevalentemente localizzati nelle sedi decentrate del Politecnico e verranno progettati congiuntamente dai principali attori del sistema socio-economico, in particolare dalla Regione e dagli Enti locali, dalle Imprese, dalle parti sociali e dagli Enti di formazione accreditati, dalle Scuole Superiori e dal Politecnico.
Il Senato ha conseguentemente deciso di avviare le procedure per la disattivazione della II Facoltà di Ingegneria presso la sede di Vercelli e per lo spegnimento dei corsi di Laurea e Laurea Magistrale presso le altre sedi non metropolitane, garantendo comunque in tutte le sedi adeguate modalità per il regolare completamento di tutti i corsi di studio organizzati secondo l’ordinamento 509 vigente nell’a.a. 2009/2010.

http://www.swas.polito.it/services/poli_flash/dettaglio_news.asp?id_newsletter=19&id_news=145

Gelmini e meritocrazia: col suo CV, è credibile?

Da Corriere.it

Caro Beppe,
Ho letto i tuoi giudizi sul ministro Gelmini e il commento piccato di un lettore e vorrei entrare in merito alla discussione. Ho vinto recentemente a 39 anni un concorso pubblico in Francia. Questo e’ il mio CV: diploma liceo scientifico statale 60/60, laurea in Fisica 110/110 lode, dottorato alla SISSA, 6 anni a Londra (MRC), un anno a Yale, 4 anni a Basilea e ora posto all’INSERM. 26 pubblicazioni in stampa e sono editor di un libro. Sono una mosca bianca? Assolutamente no, sono uno dei tanti, sicuramente non tra gli scienziati di punta e non mi ritengo un genio. Infatti, se guardiamo alle statistiche pubblicate dall’INSERM, il profilo degli altri vincitori e’ molto simile al mio. Tutta gente che ha fatto grandissimi sacrifici ed esperienze e superato ostacoli. La mia ambizione non e’ quella di fare il ministro, voglio fare ricerca, ma ci sono altre persone (vedi Associazione Marie Curie) che con un CV simile vorrebbero contribuire a rinnovare universita’ e ricerca in Europa. E persone che sono arrivate da qualche parte solo attraverso i loro sacrifici sono un esempio per i piu’ giovani. Ora veniamo alla Gelmini che parla di “meritocrazia”. Con il suo CV e’ credibile? Che esempio da’ ai giovani? Prendiamo due ragazze: una e’ la prima della classe, si laurea col massimo in corso, fa il dottorato e poi gira il mondo senza raccomandazioni distinguendosi ovunque per il suo lavoro. L’altra e’ bocciata, passa a fatica in una scuola privata, passa un concorso con un sotterfugio. Vi sembra normale che questa persona stia sulla poltrona che decide se la sua coetanea piu’ brava debba oppure no avere un posto a tempo indeterminato? Ma se (come la Gelmini giustamente dice) devono essere i migliori ad andare avanti, come mai lei e' ministro? Cordiali saluti,


Marco Canepari, p_artusi@virgilio.it

(lettera): "Nelle sedi decentrate didattica ha più qualità"

Da Targatocn.it

Mi sono laureato presso il Politecnico di Torino - sede di Mondovì - in Ingegneria Civile per la Gestione delle Acque nel dicembre 2005.
Non ho potuto non seguire in prima persona quanto sta accadendo e sostenere la delegazione di docenti e studenti all’incontro a Cuneo con la Presidente della Regione, Mercedes Bresso. Trovo a dir poco non condivisibile la decisione del Senato Accademico di chiudere le sedi decentrate del Politecnico e, al tempo stesso, sento doveroso obiettare su alcune affermazioni apparse sui mezzi di informazione: non risponde a verità che presso le sedi decentrate la qualità della Didattica subisca un livellamento verso il basso anzi, ritengo che a vent’anni dalla costituzione della sede a Mondovì, si possa sottolineare come il Politecnico monregalese si sia distinto sia per la qualità della Didattica frontale sia per la garanzia di un immediato e diretto inserimento nel mondo lavorativo.

Le nuove tecnologie e la teledidattica proposte dal Senato Accademico porterebbero alla dispersione del bagaglio culturale che ha sempre fatto di Mondovì una sede di eccellenza e, non solo, un semplice decentramento del Politecnico di Torino; è impensabile ed inattuabile garantire qualità di insegnamento di lezioni complesse, tramite video, impedendo una proficua e determinante interazione tra docente ed alunni. La chiusura del Politecnico di Mondovì avrebbe sicuramente ripercussioni negative sulla sede centrale di Torino, anche perché verrebbe a mancare un corso di laurea, come quello di Ingegneria Civile per la Gestione delle Acque, specialistico ed unico in Italia. Da ex-studente appoggio pienamente la protesta in corso e mi auguro che le istituzioni, i docenti, gli studenti riescano a convincere il Senato Accademico a rivedere la decisione presa ed impedire che vengano cancellati vent’anni di lavoro nei quali il Politecnico di Mondovì si è distinto come polo universitario di ottimo livello.


Fabio Monaco