Appuntamenti

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mercoledì 21 ottobre 2009

OGGETTO: Appello dell’Amministrazione del Comune di Clavesana contro la chiusura della Sede decentrata di Mondovì.

L'amministrazione comunale di Clavesana (CN), auspica un'attenta riflessione da parte degli Organi di vertice del Politecnico di Torino in merito alla decisione di chiusura della sede decentrata di Mondovì che rappresenta una importante e strategica risorsa per il territorio del basso Piemonte, la Liguria e per i comuni limitrofi, risorsa che si ritiene debba essere mantenuta e consolidata.

L'arricchimento culturale e le nuove conoscenze apportate dall'architettura e dall'ingegneria applicate al territorio costituiscono elementi importanti per giungere ad uno sviluppo integrato ed ecosostenibile a cui tutte le moderne collettività convergono: la sede di Mondovì assolve egregiamente il compito di formare futuri ingegneri ed architetti che rispondano alle suddette esigenze.

La sorte del Politecnico di Mondovì riguarda non solo 850 iscritti. e le loro famiglie, 16% dei quali non sono residenti in provincia di Cuneo, ma la collettività in generale che dall’Università viene direttamente ed indirettamente coinvolta.

Per tutte le considerazioni espresse questa lettera rappresenta un appello a sostegno delle azioni intraprese dagli organismi direttamente coinvolti, affinchè non si giunga alla soppressione della Polo universitario di Mondovì.





IL SINDACO
f.to Gallo Luigi


IL PRESIDENTE ROLLANDIN SOLLECITA IL MINISTRO GELMINI IN MERITO ALLE SEDI DISTACCATE DEL POLITECNICO

(red 21/10) - Il Presidente della Regione Autonoma Valle d'Aosta, Augusto Rollandin, ha inviato oggi, mercoledì 21 ottobre 2009, una lettera al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, On. Mariastella Gelmini, e, per conoscenza, al Rettore del Politecnico di Torino, Professor Francesco Profumo, in relazione alle prospettive future dell’organizzazione didattica dell’Ateneo, dopo la notizia delle ipotesi di chiusura delle sedi distaccate.
In particolare, il Presidente Rollandin ha ricordato al Ministro Gelmini la sussistenza di una convenzione sottoscritta nel 2007 con il Politecnico, che ha portato alla creazione, a Verrès, di un polo di servizi formativi, ricerca scientifica e ingegneria meccatronica, con l’apertura di un centro specialistico all’avanguardia a livello internazionale. L’impegno economico della Regione, in questo progetto, è certamente importante, con 6 milioni di euro di investimento nel periodo 2007/2012. Il Presidente Rollandin sollecita quindi il Ministro Gelmini ad intervenire tempestivamente per scongiurare una scelta che costituirebbe «l’impoverimento dell’offerta complessiva di alta formazione e la conseguente impossibilità di raggiungere gli ambiziosi obiettivi previsti dalla riforma dell’Università.»

TORINO: POLITECNICO APPROVA LINEE FORMATIVE PER NUOVO ANNO ACCADEMICO

Torino, 21 ott. - (Adnkronos) - Centralita' degli studenti, sostenibilita' e qualita' della didattica, internazionalizzazione e nuove tecnologie. Sono le linee guida della nuova offerta formativa 2010-2011 del Politecnico di Torino, approvata oggi dal Senato Accademico che, preso atto che i vincoli di sostenibilita' non consentono margini per l'attivazione di corsi di Laurea e Laurea Magistrale presso sedi non metropolitane, ha deciso di rafforzare la caratterizzazione delle sedi decentrate in termini di ricerca, trasferimento tecnologico, servizi al territorio e localizzazione di attivita' formative non istituzionali e di percorsi formativi professionalizzanti.

Di qui la decisione di avviare le procedure per la disattivazione della II Facolta' di Ingegneria presso la sede di Vercelli e per lo spegnimento dei corsi di Laurea e Laurea Magistrale presso le altre sedi non metropolitane.

''Il Politecnico e' un'universita' pubblica che deve garantire un'elevata preparazione riconosciuta in tutta Italia ed all'estero ad un numero di studenti in continua crescita - ha sottolineato il rettore, Francesco Profumo - e per continuare ad offrire tutto questo ai ragazzi, alle famiglie ed al sistema socio economico, abbiamo compiuto delle scelte. Non e' mai stata prevista la chiusura dei poli universitari decentrati del Politecnico, ma attueremo un nuovo modello di alta formazione, in linea con gli scenari europei, che prevede percorsi accademici curricolari di primo, secondo e terzo livello''

Mondovì: resoconto mattinata di trattative sul Politecnico

A Torino, attorno alle 13, è finalmente iniziato il Senato Accademico; in mattinata gli studenti avevano infatti 'bloccato' l’inizio della seduta, prevista per le 9.30. Gli studenti hanno potuto ascoltare direttamente il Magnifico Rettore Francesco Profumo che ha sostanzialmente confermato quanto detto dal Pro-Rettore Marco Gilli sabato scorso a Mondovì: l’idea sarebbe quindi di mantenere il transitorio con le attuali modalità e passare alla teledidattica per i nuovi iscritti. Profumo ha sottolineato come le attuali riforme impediscano loro di andare avanti con tutti i professori che attualmente tengono le lezioni.

Ma proprio questo è il nodo cruciale: l’e-learning o teledidattica. Gli studenti universitari ben sanno che il valore aggiunto delle piccole sedi decentrate come quella monregalese consiste proprio nell’avere di fronte un professore in carne ed ossa con cui poter dialogare, ed ancor più in facoltà dal carattere prettamente tecnico come ingegneria o architettura è necessario se non indispensabile questo confronto tra studenti e docenti. Benchè lo stesso Rettore abbia asserito che la decisione non sia definitiva e che si sta cercando di definire un percorso complessivo, gli studenti appaiono attoniti di fronte alla sola ipotesi di un passaggio dalle lezioni ex cathedra all’e-learning.

Profumo ha inoltre riferito le proposte fatte dalla Presidente della Regione Mercedes Bresso, che avrebbe intenzione di aprire un tavolo di contrattazione col Governo per salvare certe situazioni. Inoltre, la Presidente avrebbe posto l’accento su una questione assai nota anche in ambito generale e non solo universitario, ovvero sull’eccessivo baricentramento di Torino rispetto al resto della Regione. Ricordiamo che poco mesi fa la Regione ed in particolare proprio il Politecnico erano stati elogiati a livello nazionale proprio per il riuscito esperimento del decentramento universitario.
Nel frattempo è stata indetta per le 17 un'assemblea in cui il rettore parlerà agli studenti anche delle decisioni assunte dal Senato. L’intervento sarà visibile anche tramite streaming.

Alessandro Chittolina

Servizio su Tg3 Regione del 21/10/09

Servizio mandato in onda nell'edizione delle 19.30

UNIVERSITA': PROFUMO, POLITECNICO MANTERRA' SEDI DECENTRATE

(ANSA) - TORINO, 21 OTT - Il senato accademico ha dato il via
al piano di riordino alla fine di una riunione che si e'
protratta per tutto la giornata, fra le proteste degli studenti
delle sedi decentrate che hanno fatto irruzione in rettorato e
nella sala dove si teneva l'incontro. Il risultato della fatica,
ha spiegato Profumo, e' stata la messa a punto di un nuovo
modello formativo che prevede una forte differenziazione fra
lauree di primo e di secondo livello.
Uno dei punti qualificanti del nuovo modello sara' una
internazionalizzazione molto accentuata, con corsi in inglese in
tutti i livelli e tutti gli anni e con alcuni master che saranno
tenuti interamente in inglese.
Un altro punto qualificante sara' la sempre maggiore
centralita' dello studente, per il quale la razionalizzazione in
atto dovrebbe garantire una migliore qualita' della vita.
Fondamentale per questo obiettivo sara' l'utilizzo massiccio
delle nuove tecnologie.
Nasceranno inoltre dei nuovi corsi triennali di istruzione
tecnica superiore, piu' professionalizzanti rispetto alle
attuali lauree, che daranno accesso al diploma di ingegnere o di
architetto. L'operazione, ha sottolineato Profumo, avverra' con
la collaborazione della Regione Piemonte e del Ministero, e con
l'apporto integrante delle aziende interessate a questo nuovo
tipo di figura professionale. (ANSA).

UNIVERSITA': PROFUMO, POLITECNICO MANTERRA' SEDI DECENTRATE

(ANSA) - TORINO, 21 OTT - Il Politecnico di Torino non
chiudera' le cinque sedi decentrate, ma avviera' per i nuovi
corsi una politica di e-learning che permettera' agli studenti
di seguire le lezioni a distanza. Lo ha annunciato il rettore
Francesco Profumo, alla fine della lunga riunione del senato
accademico nella quale e' stata presa la decisione.
''Conserviamo tutte le sedi decentrate - ha spiegato Profumo
- ma modificando la forma di erogazione dei servizi. I cicli
gia' avviati saranno completati nella forma prevista all'inizio.
Per i nuovi sara' introdotta una formazione che sfruttera' le
moderne tecnologie per una forma di e-learning. La modalita'
potranno essere diverse, dall'aula con collegamento in
videoconferenza, fino al collegamento via computer personale o
i-pod''.
''Ci sara' quindi - ha sottolineato - un'aula con il docente
in carne e ossa nella sede centrale, e un'aula virtuale estesa
nelle sedi distaccate, che ricevera' le lezioni a distanza. Le
formule saranno studiate in modo da salvaguardare sempre
l'interazione fra studenti e docenti. Gli studenti dell'aula
virtuale dialogheranno a distanza con i docenti, e questi
visiteranno periodicamente anche le sedi meno numerose''.(ANSA).

"Mondovì è presente", gli studenti del Politecnico a Torino occupano il rettorato nel giorno decisivo per le sorti della sede decentrata monregalese

LA SOLUZIONE IPOTIZZATA DA PROFUMO È LA TELEDIDATTICA: LEZIONI ATTRAVERSO UN MONITOR, DA UN ATENEO ALL'ALTRO IN VIDEOSTREAMING

http://www.cuneocronaca.it/news.asp?cat=23

CUNEOCRONACA.IT - MARCO TURCO - Il loro striscione recita: "Mondovì è presente". Sono partiti alle 6,30 col treno, destinazione Torino. Hanno occupato il Senato accademico nel giorno in cui si deve decidere sul taglio delle sedi decentrate.
Circa 200 studenti, da tutto il Piemonte, stanno manifestando davanti al rettorato di corso Duca degli Abruzzi. Un gruppo di loro ha invaso l'aula del Senato accademico, per impedire la riunione in cui di deve approvare il nuovo piano di Offerta formativa: quello che andr a dimezzare le ore di didattica, colpendo soprattutto le sedi decentrate.

Il rettore, Francesco Profumo, è uscito dalla sala per parlare con gli studenti faccia a faccia. Proprio in questo momento, stanno discutendo delle novità. "Per le sedi decentrare - ha detto Profumo - stiamo andando verso una situazione di equilibrio che conservi l'attuale offerta formativa e la incrementi in futuro".

L'incontro di martedì con la presidente della Regione Bresso e l'assessore Bairati si è concluso con un nulla di fatto. Quindi oggi la discussione riparte da dove si era interrotta sei giorni fa. La soluzione che il rettore individua per le sedi decentrate è la teledidattica: lezioni attraverso un monitor, da un ateneo all'altro in videostreaming.

In alcuni casi il docente farà lezione anche dalla sede decentrata. Il tutoraggio a distanza consentirà anche di avere risposte ai questiti posti dagli studenti. "Questa offerta non è teledidattica ma un'offerta di didattica interattiva", sostiene il rettore.

Ma non c'è ancora nulla di concreto: "Stiamo definendo il persorso complessivo, non siamo ancora arrivati alla decisione definitiva. Abbiamo parlato con la Bresso: ci ha chiesto di aprire tavolo di contrattazione anche col ministro, e di non fare di Torino l'unico baricentro". Richieste che Profumo però potrebbe non accettare.

"Siamo disposti a rafforzare sedi decentrate - ha continuato il rettore - con attivita di formazione, anche con l'utilizzo di nuove tecnologie. Non abbiamo abbastanza docenti per fare tutto. Vogliamo mantenere sia Vercelli e Mondovì, con una fase di transitorio".

Intervista Bruna Sibille - Sindaco di Bra

Giunta comunale del Comune di Cherasco

Città di Mondovi - COMUNICATO STAMPA N° 152 DEL 21 OTTOBRE 2009

COMUNICATO STAMPA
N° 152 DEL 21 OTTOBRE 2009


Manifestazione sabato alle 12; e venerdì sera Consiglio comunale al Politecnico
“In piazza per il Poli: facciamo sentire la nostra voce”


“Il Poli non deve chiudere”: il Comune non si dà per vinto e continua la battaglia a difesa della “sua” università.
Lo fa con due ulteriori iniziative di sensibilizzazione che verranno promosse nei prossimi giorni: la prima è in programma venerdì 23 ottobre alle ore 21, presso il Politecnico in via Cottolengo, dove si svolgerà un consiglio comunale in sessione straordinaria, accompagnato dalla presenza degli studenti, con un unico punto all’ordine del giorno: il no unanime e condiviso di tutta l’assemblea cittadina a qualunque “taglio” da parte dei vertici del Politecnico di Torino per il decentramento cuneese.
Sabato 24 ottobre (dalle 12 alle 12.30 in piazza Cesare Battisti a Mondovì), invece, il Comune promuove una mobilitazione in piazza invitando tutte le componenti sociali ed economiche della Città a partecipare per lanciare un appello a salvaguardia della sede monregalese: “Chiediamo a tutti i monregalesi – spiega il sindaco, Stefano Viglione – una mezzora del proprio tempo: dalle 12 alle 12.30, in piazza Cesare Battisti, facciamo sentire, insieme, la nostra voce, per far aprire gli occhi a chi con ostinazione ci vuole “sottrarre” il Politecnico che non è solo una grande risorsa del territorio ma è la Città stessa. La chiusura della sede del Politecnico a Mondovì significherebbe un danno culturale, sociale ed economico, oltre a rappresentare un grande spreco di denaro pubblico: in vent’anni, il territorio ha investito oltre 20 milioni per il decentramento. Non possiamo accettare che queste risorse, i sacrifici fatti in questi anni, vadano in fumo”.

La Stampa - Fotogallery della protesta del 21/10/09

La Stampa - Fotogallery dell'occupazione del 21/10/09 per sospendere il senato accademico

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La Stampa 28/10/2008 Il rettore del Politecnico di Torino: “Io e i miei colleghi ci dimetteremo in massa”

"Pronti a lasciare tutto"


Il rettore Francesco Profumo

GIOVANNA FAVRO
TORINO
«Sono pronto a dimettermi». Il rettore Francesco Profumo butta sul tavolo della discussione e delle proteste che agitano le università italiane tutto il peso e il prestigio di uno dei più accreditati atenei d’Europa, il Politecnico di Torino: «Se il governo non cambierà strada, convocando i rettori, ritirando tagli insostenibili a aprendo la via a una seria riforma delle università, non potrò che dimettermi, insieme agli altri rettori italiani. Ne abbiamo parlato, siamo tutti d’accordo». Ed Enrico Decleva, «magnifico» della Statale di Milano e presidente della Conferenza dei rettori, conferma: «Non potremo fare altro. La Finanziaria infligge alle università un colpo mortale».

Rettore Profumo, ieri lei ha sospeso le lezioni e convocato una conferenza d’ateneo per discutere la situazione. E’ così grave?
«Se entro pochi mesi non cambierà nulla i rettori non potranno che dimettersi, perché non saranno più in grado non dico di progettare sviluppo, ma neppure di pagare gli stipendi ai professori».

A quanto ammontano i tagli?«A livello nazionale, un miliardo e 450 milioni nel 2013. Al Politecnico, partendo da 114 milioni attesi dallo Stato per il 2009, il fondo di finanziamento ordinario calerà a 103 milioni nel 2010, 92 nel 2011 e 90 nel 2012. Peccato che già nel 2008 la spesa per gli stipendi del personale supererà i 99 milioni. Per far fronte agli scatti stipendiali e all’inflazione, i fondi dovrebbero invece crescere del 5% l’anno».

Non avete altre entrate? Il 60% del vostro bilancio non viene da industrie, Ue, privati e altri enti?
«Sì, ma non certo per gli stipendi. Su progetti di ricerca specifici abbiamo molti finanziatori, ma servono anche fondi certi e continuativi sia per gli stipendi che per i progetti di lungo periodo».

Quanti docenti perderete con il turnover ridotto al 20%?
«Di qui al 2011 non potremo rimpiazzare 74 professori e ricercatori, 84 nel 2012».
Di conseguenza?

«Potremo garantire 74 mila 844 ore di lezione, contro le 88 mila 641 del 2008. Il calo d’ateneo sarà del 15,6%, più drammatico in alcune facoltà: meno 30,5% di lezioni ad Architettura 2, 21,6% ad Architettura 1, 14,8% a Ingegneria 1, 12,9 a Ingegneria 3. In un sistema già sottofinanziato, si innesca un processo molto pesante: lo stop del turnover, oltre a polverizzare le speranze di giovani e precari, arriva proprio in una fase di uscite di massa».

Vanno in pensione tutti ora?
«A metà degli anni Settanta ci furono concorsi di massa e queste persone escono ora tutte insieme. Si rischia insomma, di svuotare di botto gli atenei».

Spariranno dei corsi di laurea?
«E’ ovvio che non sarà possibile mantenere l’attuale offerta formativa nei prossimi anni».

Molti rettori temono che la possibilità di trasformare gli atenei in fondazioni private cancelli la libertà della didattica e della ricerca in nome degli interessi dei privati che pagheranno i conti. La pensa così anche lei?
«Penso che le università debbano restare pubbliche, anche se l’interlocutore non deve più essere solo lo Stato, ma anche le Regioni e l’Europa».

Gli atenei sono senza colpe?
«No l’università deve fare autocritica: i 77 atenei hanno 360 sedi, certo troppe, e si sono eccessivamente spezzettati corsi e saperi. Ma non darci i soldi per pagare gli stipendi dal 2010 non è la soluzione. Serve una grande e importante riforma di cui tutti sentiamo la necessità».

Che cosa chiede?
«Una nuova governance, con catene decisionali più corte. Oggi la stessa decisione è vagliata da troppi organismi. Occorrono nuove regole di reclutamento che premino i migliori, e un sistema serio di valutazione della ricerca che garantisca più fondi a chi lavora di più e meglio. Chiedo che il ministro sieda a discutere con i rettori, e che non ci siano per le università solo tagli finanziari, per di più non sostenibili, ma discussione dei contenuti. Il modello delle università è vecchio di trent’anni.

targatocn.it ore 11:57

Mondovì: studenti del Politecnico in attesa del verdetto.

Ore concitate a Mondovì e Torino, oggi infatti alle 9.30 si sarebbe dovuto riunire il Senato Accademico del Politecnico per decidere in via pressoché definitiva quello che sarà il futuro delle sedi decentrate. Già nella serata di lunedì nel polo monregalese si è tenuta una assemblea straordinaria a cui hanno partecipato gli studenti, alcuni docenti e i consiglieri comunali, in particolare dall’amministrazione sarebbe giunta la disponibilità ad acquistare e restaurare altri locali dell’edificio detto 'dei Filippini', precedentemente occupati dalla Banca Alpi Marittime, si prospetta anche la possibilità (peraltro già approvata un anno fa in consiglio comunale) di costruire 2000 mq nella zona del piazzale Ravanet da adibire a laboratori. Inoltre importanti indiscrezioni sono giunte dal Prof. Sebastiano Sordo, ex presidente della sede decentrata di Mondovì, che ha annunciato in via ufficiosa che la presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso si sarebbe espressa in maniera chiaramente contraria alla chiusura della sede, sottolineando l’importanza del proprio voto poiché senza l’approvazione della Regione non è possibile aprire o chiudere corsi universitari. Il prof. Sordo ha lanciato poi una provocazione: in caso il Senato Accademico si esprimesse in favore della chiusura delle sedi decentrate promette di rivolgersi al Comune di Genova e all’Università genovese chiedendo di adottare il polo monregalese. Intanto questa mattina il rettorato di Torino è stato 'invaso da oltre 200 studenti, che hanno bloccato pacificamente l’apertura del Senato Accademico. In questo stesso momento il Magn. Rettore Francesco Profumo sta parlando con i ragazzi, illustrando loro quali sono i nuovi vincoli e l’offerta formativa che il Politecnico intende offrire agli studenti delle sedi decentrate. Nelle prossime ore seguiranno gli aggiornamenti sulla situazione, che per il momento appare alquanto complicata per la sede monregalese.

INTERVENTO di Riccardo Vaschetti, Sindaco di Mondovì dal 1994 al 2002

Egregio direttore,
l’amarezza che provo nell’osservare la piega presa dalla vicenda del Politecnico monregalese mi spinge a prendere una posizione netta su quanto ha provocato l’attuale situazione. Quando, nel 1995 presenziai come giovane sindaco alla consegna dei primi diplomi di laurea del decentramento monregalese, l’allora Rettore Zich tracciò un positivo bilancio dell’esperienza in corso, non nascondendo peraltro le molte cosa ancora da fare per dare alla sede monregalese una maggiore fruibilità e funzionalità. Da quel giorno ebbi la possibilità di partecipare a ben otto inaugurazioni dell’anno accademico e di formarmi pertanto una certa cognizione di causa seguendo costantemente, anche attraverso l’ente per il decentramento universitario, l’evolversi della presenza universitaria nella nostra provincia.
La collocazione del Poli a Mondovì nelle scuole Battaglia nasce da una decisione della giunta Giusta quando, nel 1992, dovette trovare una sede per l’avvio imminente dei corsi. La crescita esponenziale di studenti avvenuta nei primi anni ci impose di trovare soluzioni immediate che purtroppo non risolsero a fondo il problema. Ho sempre sostenuto che la zona non fosse idonea ad un’espansione adeguata, chiusa com’è da un lato da una collina non edificabile e dall’altra dal centro storico di Breo. In occasione della chiusura del Battaglione Allievi Finanzieri di Mondovì ottenni (a titolo di risarcimento per la Città) dall’allora Comandante Generale Mosca Moschini, la promessa che la struttura della Galliano sarebbe stata dismessa a scopi universitari, progettando così una cittadella universitaria sul modello di Urbino. Chi non ricorda il dibattito che si innescò in materia? Da una parte la preoccupazione dei commercianti di Breo, dall’altra le giuste aspettative del quartiere Piazza. Compresi, nel corso dei numerosi incontri con il Rettore Zich e con i Presidi di facoltà, che il futuro del Politecnico di Mondovì era strettamente legato alla situazione strutturale della sede decentrata, in particolare a quanto il Poli stesso avrebbe investito in tal senso. Iniziò allora un vero e proprio braccio di ferro tra l’amministrazione comunale ed il Senato Accademico poco incline ad investire su Mondovì. Durante un durissimo incontro a Torino, il Rettore Zich mi presentò un parere della commissione edilizia interna che dopo una lunga ed opinabile prolusione concludeva con un parere negativo al trasferimento a Piazza nella Galliano. Ricordo che mi alzai dal tavolo dell’incontro dichiarando che se al Politecnico non andava bene Piazza, l’amministrazione avrebbe riflettuto se il decentramento fosse utile alla città. Venni rincorso nel corridoio dall’amico Prof. Sordo e nel corso del successivo pasto frugale in mensa universitaria il Rettore mi assicurò che avrebbero rivisto la posizione. In effetti un nuovo parere, questa volta favorevole, pur con ipotesi a mio avviso ancora eccessive, venne da lì a poco. Fu prodotto anche un progetto preliminare che peraltro prevedeva un costo complessivo molto alto.
L’occasione favorevole ci fu quando l’allora senatore Lorenzi ottenne uno stanziamento in finanziaria di otto miliardi (di lire purtroppo) destinati al Politecnico di Torino ma da utilizzare per la sede di Mondovì. Non erano sufficienti al completamento dell’ambizioso progetto ma potevano rappresentare un primo passo verso il reperimento di tutte le risorse necessarie. Le amministrazioni comunali successive non hanno avuto la forza e forse la convinzione di raggiungere questo obiettivo, e non si è creato un movimento di opinioni che facessero lobby a più alti livelli. Si è tornati a dissertare sull’ampliamento di Breo in modo sempre meno convinto, ma a mio avviso la sorte del Poli a Mondovì è stata segnata nel momento in cui il Senato accademico ha capito di poter restare come ospite, con investimenti minimi, sino a quando questo fosse stato ritenuto utile all’ateneo, infischiandosene di quanto fatto da Mondovì e dalla Provincia in tutti questi anni. Provate immaginare cosa ne sarebbe oggi dell’ospedale di Mondovì se il Comune, prima di chiunque altro, non si fosse battuto, acquistato il terreno, fatto sistema con gli altri enti pubblici, progettato il futuro con l’ASL ottenendo così una nuova struttura sanitaria: oggi Mondovì non avrebbe più un ospedale. Ho già avuto occasione in passato di esprimere questi concetti, mi spiace davvero di essere stato facile profeta, lo sbaglio davvero enorme che è stato fatto, è stato quello di non ottenere dal Poli (aiutandolo ulteriormente a reperire i fondi) di investire in strutture di edilizia universitaria nello splendido complesso di Piazza, proprio nel momento in cui la città stava progettando il rilancio del quartiere con una serie di opere che in qualche modo si sarebbero perfettamente integrate alla tanto auspicata ed oggi sfumata cittadella universitaria.

Riccardo Vaschetti
Sindaco di Mondovì dal 1994 al 2002

Ricordo cos'era successo l'anno scorso I RETTORI ITALIANI MINACCIANO LE DIMISSIONI DI MASSA

FIRENZE - Pubblichiamo alcuni significativi brani tratti dall'ultimo documento approvato dalla CRUI (Conferenza dei Rettori Università Italiana), in cui si evidenzia lo stato di drammaticità e insostenibilità finanziaria in cui si trova l'università italiana a fronte dei provvedimenti del governo.
Nell'ultimo capoverso i Rettori praticamente minacciano le dimissioni in blocco a causa del dissesto finanziario e relativo fallimento con conseguente commissariamento generale degli atenei.
Questa durissima presa di posizione non fa altro che confermare lo stato di gravissima crisi in cui versa l'università in Italia e la volontà dei ricercatori e delle altre componenti dell'università, di intensificare le iniziative di contrasto alla manovra del governo e di proposizione di linee di riforma dell'intero sistema universitario.
Le Linee di intervento della CRUI alla vigilia del nuovo anno accademico
(Documento approvato all'unanimità dall'Assemblea del 25 settembre 2008)
Alla vigilia di un nuovo anno accademico che si preannuncia estremamente difficoltoso e problematico per gli Atenei, la CRUI ritiene opportuno indicare con chiarezza le linee alle quali intende ispirare la sua azione nei prossimi mesi, ribadendo in primo luogo il proprio impegno a contribuire a una rapida definizione di provvedimenti legislativi e normativi che, entro una strategia coerente e coordinata, affrontino con decisione e volontà di rinnovamento le maggiori criticità e urgenze riguardanti la vita universitaria.
Nel ribadire il proprio incondizionato impegno a operare per il rinnovamento e la riqualificazione funzionale di aspetti centrali della vita universitaria, la CRUI fa d'altra parte presente che non sono concepibili interventi minimamente significativi e credibili in tale direzione che abbiano come unico riscontro, sul piano finanziario, le misure previste dalla Manovra triennale approvata dal Parlamento prima della pausa estiva.
Tali misure sono pesantemente aggravate dalla nuova Legge finanziaria appena presentata dal Governo, che prevede per il 2010 una diminuzione del Fondo di finanziamento delle università addirittura di 700 milioni (più del 10% dell'attuale Fondo) e tagli drastici per le università non statali. Deve essere sin d'ora chiaro che con interventi di tale entità sarà impossibile per le università pubbliche anche solo pagare le retribuzioni del personale. È evidente che a fronte di una tale situazione e delle pro-spettive che ne conseguono non possono non manifestarsi negli Atenei diffusi sentimenti di profondo allarme e frustrazione.
La CRUI ha piena consapevolezza della fase molto difficile e quanto mai incerta che l'economia internazionale e quella nazionale stanno attraversando. Una attenta riconsiderazione e, per quanto possibile, un ridimensionamento delle spese di propria competenza, è, senza alcun dubbio, un comportamento al quale gli Atenei devono sentirsi tutti tenuti.
Ma non si possono imporre alle Università, statali e non statali, sacrifici oggettivamente non sopportabili, quali quelli per il momento previsti, senza tenere conto delle loro conseguenze, inevitabili e di portata dirompente per il sistema, con danni irreversibili per il Paese.
La richiesta, pressante e urgente, che la CRUI e l'intero mondo accademico hanno avanzato nelle scorse settimane e che ora rinnovano, alla ripresa delle attività e in vista della della discussione in Parlamento della nuova Legge finanziaria è, dunque, che si ritorni al più presto sui contenuti della Manovra, sia garantendo la copertura degli incrementi retributivi automatici del personale, sia rivedendo la misura e le modalità di applicazione del blocco sul turn over (che ha effetti particolarmente pesanti e distorcenti per i giovani), sia riassegnando progressivamente al sistema universitario le risorse che verrebbero ricavate dai tagli previsti.
Nessuno può tuttavia ignorare che il tempo a disposizione, trascorso il quale il processo di deterioramento del quadro finanziario risulterà irrecuperabile per tutte, indistintamente, le realtà universitarie del nostro Paese, è brevissimo.
Gli Atenei italiani non saranno in grado di chiudere in pareggio i propri bilanci, facendo fronte ai loro impegni didattici, scientifici e di servizio, già a partire del 2010. In tali condizioni diventerà impraticabile anche ogni forma di confronto, al quale pure non ci si intende sottrarre, circa le possibili revisioni del quadro istituzionale e normativo di pertinenza degli Atenei.
Contrariamente a molte immagini di comodo, l'Università italiana e le istanze che la rappresentano sono pronte a svolgere con coraggio la propria parte, trasformando, per quanto sta in loro e per quanto concretamente possibile, un passaggio difficilissimo e fortemente a rischio in un momento di rilancio e di rinnovamento.
Governo e Parlamento devono dunque decidere e comunicare al Paese in quale misura formazione e ricerca siano considerate strategiche per lo sviluppo. La CRUI chiede al Governo un atto significativo di chiarimento e comportamenti conseguenti.
Deve essere sin d'ora chiaro che, in assenza di provvedimenti adeguati che diventino operativi entro il 2009, ai Rettori e alla CRUI non resterà che trarre le uniche conseguenze possibili e coerenti con le loro responsabilità di fronte ai rispettivi Atenei e al Paese.
Il documento integrale è visibile su www.crui.it.
Venerdì 3 Ottobre 2008 12:28