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giovedì 29 ottobre 2009

Anche il Consiglio provinciale si schiera a favore del Politecnico di Mondovì e vota un documento all’unanimità - L’ateneo è ancora occupato

GIANNA GANCIA: “LA SCELTA DEL RETTORE E’ UN VERO E PROPRIO SGARBO ISTITUZIONALE. IL SENATO ACCADEMICO RITIRI LA SUA DECISIONE”


MARCO TURCO – Anche il Consiglio provinciale si è schierato in difesa del Politecnico di Mondovì: un secco “no” alla chiusura dei corsi nelle sedi decentrate, voluta dal rettore Profumo, era il primo punto all’ordine del giorno nella seduta di lunedì.
La discussione è stata aperta dal consigliere Gianfranco Dogliani, presidente della Commissione Cultura della provincia di Cuneo, che ha rinnovato il pensiero fermamente contrario alle scelte del rettore, sottolineando che si tratta di un vero e proprio “tradimento” rispetto agli intenti espressi a giugno, al Tavolo di trattativa.

Un pensiero del tutto in linea con quello dell’Amministrazione comunale, che appena tre giorni prima aveva descritto l’intera manovra-Profumo con queste parole: “un teatrino, a cui noi siamo stati chiamati ad assistere, mentre da una parte ci veniva detti che le sedi decentrate non avrebbero chiuso, e dall’altra si lavorava per chiuderle”.

La presidente Gancia si è espressa duramente, assicurando che la solidarietà manifestata in questi giorni dall’Amministrazione provinciale si tradurrà presto in provvedimenti concreti in sedi più opportune, presumibilmente romane, e definendo intollerabile il poco rispetto mostrato per gli investimenti dei vari Enti durante questi vent’anni e lo sgarbo istituzionale commesso.

Sono intervenuti a ruota i consiglieri Taricco, De Marchi, Pedussia, Delfino. Il documento approvato è simile, nella forma e nella sostanza, a quello già votato dal Consiglio comunale di Mondovì: si chiede che la decisione del Senato accademico di tagliare la didattica nelle sedi decentrate venga sospesa e riconsiderata, dando mandato al presidente e alla Giunta di impegnarsi a riguardo. Il voto è unanime.

Intanto, nell’ateneo monregalese, l’occupazione continua con la determinazione dei giorni scorsi: le lezioni di didattica sono riprese, in forma autogestita, mentre gli studenti mantengono la loro presenza ogni notte. Martedì gli universitari monregalesi porteranno la loro voce anche in regione, dove sono stati chiamati a presentare un particolare coltello in ceramica da loro studiato e progettato per la manifestazione monregalese “Peccati di Gola”.

targatocn.it

PENNA: "ECCO COSA INSEGNA ALLA POLITICA LA CHIUSURA DEL POLITECNICO"

(red 29/10) - Pubblichiamo un intervento di Renzo Penna sulla chiusura della sede alessandrina del Politecnico di Torino.
"Sbagliata e arrogante la decisione del Rettore e del Senato accademico del Politecnico di Torino di ridimensionare con la cessazione della didattica e, nei fatti, chiudere le sedi decentrate, compresa quella di Alessandria.
Ma che non dovrebbe sorprendere perché è insita nel modello di Ateneo Torinocentrico che, negli anni, ha modulato le sedi decentrate in base alle convenienze della sede centrale e ha spremuto gli Enti locali e le Fondazioni bancarie senza dare in cambio alcuna garanzia sul futuro. E’ la stessa logica egemonica e corporativa che tenne nel 1997 l’allora Rettore dell’Università di Torino Rinaldo Bertolino quando cercò in tutti i modi di impedire l’autonomia all’Università del Piemonte Orientale proponendo in alternativa un “modello reticolare” che aveva come obiettivo quello di “lasciare in periferia solo le attività di ricerca…e non duplicare inutilmente la didattica”. Nella sostanza chiudere le sedi decentrate di Alessandria, Novara e Vercelli. Come ha rivelato in una recente intervista (la Repubblica - cronaca di Torino - del 23/10/’09) nella quale esprime solidarietà, e forse un po’ di invidia, al Rettore Francesco Profumo del Politecnico, tornando ad accusare per il fallimento del suo progetto “il leghismo della politica”. Il disegno di Bertolino allora fu sconfitto per l’azione e la compattezza degli enti locali e dei parlamentari del Piemonte orientale che convinsero tutta la Commissione Cultura della Camera a sostenere l’autonomia dell’ateneo Tripolare, inducendo il Ministro Luigi Berlinguer a istituire l’Università. Se oggi l’Amedeo Avogadro - dopo solo dieci anni di attività - è, nelle valutazioni dei centri di ricerca, al primo posto tra quelli di nuova istituzione e al quindicesimo tra i sessanta atenei statali davanti a Università di grande tradizione (Torino è al ventiquattresimo), e se, soprattutto, oltre l’80% dei giovani che si laureano provengono da famiglie in cui entrambi i genitori non sono laureati, forse un poco lo si deve anche a quei “politici localisti” che allora concorsero a prendere una decisione che si è rivelata giusta, nell’interesse dei giovani e delle famiglie di una parte importante del territorio piemontese. Ma la vicenda del Politecnico deve offrire anche qualche insegnamento agli amministratori e ai soggetti economici dell’alessandrino. Credo di non sbagliare se valuto come sostanzialmente uguali le risorse economiche investite, negli ultimi dieci anni, da Comune e Provincia per la sede decentrata del Politecnico e per quella dell’Università del Piemonte Orientale. Con la non lieve differenza che gli studenti del Politecnico sono meno di un sesto di quelli dell’Avogadro. Compresa la dura lezione ritengo che si debba, da un lato, approfondire e, nel caso, sostenere la proposta della Presidente della Regione di istituire una nuova facoltà di ingegneria nell’Università del Piemonte Orientale e, dall’altro, impegnare le risorse, sia pubbliche che private, per migliorare e potenziare i servizi e le strutture di accoglienza per studenti e docenti, caratterizzando sempre più Alessandria come città universitaria."

UNIVERSITA': GELMINI, RIFORMA OPERATIVA ENTRO MARZO

(ASCA) - Roma, 29 ott - Non ci saranno problemi di tempi per l'attuazione della riforma universitaria che ha avuto disco verde ieri dal Consiglio dei Ministri. Lo ha assicurato il ministro Mariastella Gelmini, dai microfoni della trasmissione Radio Anch'io. ''L'approvazione dovrebbe essere abbastanza rapida - ha spiegato -. Dopo tutto sulla riforma il dibattito dura da un anno, abbiamo avuto confronti e concertazioni con tutto il mondo accademico ma anche con il mondo politico. Penso che nei primi mesi del prossimo anno - se non sara' febbraio, magari marzo - potra' entrare in vigore''.

mpd/mcc/rob

Venerdì alle 17 Mercedes Bresso sarà a Cuneo per incontrare nella sede del Pd una delegazione di docenti e insegnanti del Politecnico di Mondovì

Da CuneoCronaca.it
I CONSIGLIERI REGIONALI FERRARIS E ROSTAGNO CHIEDONO A RETTORE E SENATO ACCADEMICO DI RIVEDERE LA CHIUSURA DELL'UNIVERSITA' DECENTRATA

I consiglieri regionali del Pd Ferraris e Rostagno, che hanno seguito con particolare attenzione la vicenda della sede decentrata del Politecnico di Mondovì, hanno organizzato un incontro tra Mercedes Bresso e una delegazione di studenti e insegnanti del Poli.

L’incontro si terrà venerdì, alle 17, presso la sede del Partito Democratico di Cuneo, in via Dronero, 8. Ferraris e Rostagno, insieme ad altri consiglieri di maggioranza, hanno presentato un ordine del giorno nel quale ribadiscono di ritenere la decisione di chiudere le sedi decentrate del Politecnico di Torino un inaccettabile impoverimento dei nostri territori e una dispersione di risorse finanziarie e di energie intellettuali, dal momento che costituiscono una importantissima componente del tessuto culturale e socio-economico del territorio piemontese, realtà caratterizzate non da duplicazioni dei corsi torinesi, bensì eccellenti attività didattiche e di ricerca, spesso innovative e peculiari per ogni zona, orientate all’apertura internazionale.

I consiglieri regionali chiedono al Rettore ed al Senato Accademico del Politecnico di Torino di rivedere la decisione assunta di concentrare sul capoluogo piemontese tutta la propria attività didattica, e sollecitano i Parlamentari piemontesi a farsi interpreti presso il Governo delle ragioni dei nostri territori, spiegando quali siano le vere potenzialità delle sedi decentrate.

Infine, Ferraris e Rostagno invitano la Giunta regionale a promuovere un incontro urgente con il Governo al fine di ottenere che l’università diventi materia di legislazione esclusiva delle Regioni, per illustrare le linee di riforma del sistema universitario piemontese e per riconfermare, in sede di Comitato regionale di coordinamento universitario, la validità delle scelte a suo tempo assunte riguardo lo sviluppo del sistema universitario piemontese e, di conseguenza, per sostenere con forza l’iniziativa delle istituzioni locali.