Appuntamenti

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venerdì 16 ottobre 2009

UNIVERSITA’ OCCUPATA/ Seconda notte nei sacchi a pelo al Politecnico di Mondovì, in attesa dell’incontro di sabato col rettore di Torino

GLI STUDENTI SARANNO A CONFRONTO CON PROFUMO E COI POLITICI DEL TERRITORIO, PORTERANNO UN DOCUMENTO CON RICHIESTE E PROPOSTE

http://www.cuneocronaca.it/news.asp?cat=23



MARCO TURCO - Giorno due, ore 21: si ricominciano a tirare fuori i sacchi a pelo. Gli studenti del Poli a Mondovì non mollano, restano farmi sul posto a ribadire il loro “no” al rischio di chiusura della sede. Sabato incontreranno il rettore.
Secondo giorno di occupazione e autogestione. Si stanno preparando non solo striscioni e volantini di protesta, ma lezioni e documenti di proposta. L’entusiasmo degli studenti è un'arma a loro favore. Sono organizzati: hanno allestito un “ufficio stampa” che lavora a pieno regime, un blog su cui riportano le loro iniziative (http://polinonsitocca.blogspot.com), i risultati delle assemblee.

La prossima riunione si terrà questa notte, venerdì 16 ottobre (la seguiremo), per pianificare la giornata di sabato. L’assemblea odierna ha deciso di formulare un documento unico, che sabato verrà presentato al rettore Profumo (o al pro-rettore, Gilli): i vertici del Politecnico di Torino saranno a Mondovì in prima mattinata, per incontrare il sindaco Viglione e i politici della zona... ma soprattutto gli studenti.

E saranno gli studenti per primi a non mancare l’appuntamento. Si preannuncia un corteo, altri volantini come quelli che oggi sono stati diffusi in città. “Abbiamo contattato le altre sedi - racconta Luca Bazzano, rappresentante degli studenti al Senato accademico -, ma soprattutto abbiamo diffuso la voce tra le scuole superiori di Mondovì e tra i commercianti, ovvero tra chi vive accanto a noi”.

Le impressioni sono le stesse del giorno precedente, in cui la protesta è cominciata: stupore e amarezza, per una decisione che il rettore di Torino e il Senato accademico erano in procinto di prendere, senza aver finora dato alcuna motivazione valida. “Appellandosi a una circolare - continua Bazzano - firmata dal ministro Gelmini, che tuttavia non è ancora diventata decreto. Certo, forse un domani lo sarà: ma perché tanta fretta di adeguarsi?”.

La norma in questione riguarda l’organico interno, insomma i docenti. Dovranno essere ridotti di numero (una formula matematica stabilisce i parametri), tagliando dunque i corsi laddove i parametri numerici (stilati dal Ministero) non reggono. Ovvero, nelle sedi decentrate come Mondovì, Vercelli, Alessandria.

“Ieri al Senato il rettore ha concesso qualche spiraglio - prosegue Bazzano- parlandoci di un possibile futuro di tele-didattica, con i docenti a Torino che fanno lezione agli studenti nelle sedi staccate. Non crediamo che sia una buona soluzione, ma siamo disposti a parlare e a portare le nostre proposte” Tutto questo, sfocerà nell'incontro di sabato. Venerdì notte è ancora tempo per discutere di progetti e di futuro.

Servizio su TeleGranda del 16/10/2009

Servizio mandato in onda nell'edizione delle 19 del telegiornale di TeleGranda

Appello degli studenti

Buongiorno.
Siamo un gruppo di studenti del Politecnico di Torino, sede distaccata di Mondovì. Dal giorno 15 ottobre 2009 stiamo occupando i nostri edifici, questo perché il Senato Accademico del Politecnico ha deciso di chiudere tutte le sedi decentrate e spostare quindi la didattica solo a Torino in seguito alla circolare n.160 del 4 settembre del Min. Gelmini.
La nostra posizione è di assoluta negazione ed indignazione; vorremmo riassumere in alcuni punti cosa significa per noi e per il territorio tutto questo.
- La nostra sede ha una didattica tra le migliori del Politecnico, che la rende quindi d’eccellenza nel panorama italiano. Questa sarà spazzata via.
- Raccogliamo iscrizioni più che sufficienti per avere la possibilità di aprire un corso di studi.
- Siamo presenti e attivi su un territorio che ricerca la nostra partecipazione (come confermabile dalla giunta comunale di Mondovì).
- Chiudendo la sede di Mondovì la ricerca sul territorio verrebbe più che dimezzata in quanto circa il 60% di questa viene effettuata dal nostro ateneo.
- Spostare tutte le sedi in un unico luogo è una negazione del diritto allo studio, in quanto non tutti gli iscritti alla sede di Mondovì avranno l’opportunità di iscriversi così lontano da casa (alcuni di loro sono liguri) ed in una città in cui la vita costa molto di più.
- La comunità locale si appoggia in maniera forte all’ università ed ai suoi studenti, che se scompariranno sicuramente lasceranno un vuoto sia fisico sia economico.
- In senato accademico è stato portato avanti un discorso unilaterale e senza alcuna informazione agli studenti, al punto che molti di essi solo in data della riunione sono venuti a conoscenza della stessa.
- Siamo stati trattati dall’inizio come numeri e non come quello che siamo, in primis persone, poi attori principali, cioè coloro che al termine del ciclo di studi saranno i professionisti del domani; questo ha determinato una serie di considerazioni che non tengono conto della qualità della didattica ma solo della quantità dei docenti. Tutto ciò grazie alla circolare n. 160 del ministro Gelmini.
- Verranno chiusi diversi corsi di studio in tutto il Politecnico, nello specifico non sarà spostato da Mondovì a Torino il corso di laurea in Ingegneria della gestione delle acque, ma semplicemente eliminato. Questo a noi pare un tema che parla di futuro, di sostenibilità del territorio, delle risorse idriche che se male amministrate in un domani potrebbero venire a mancare, e per questo non meritevole di essere eliminato.
In data 17 ottobre 2009 ci sarà un’assemblea nella città di Mondovì alla quale parteciperanno il Rettore o il Prorettore del Politecnico di Torino, che incontrerà il sindaco di Mondovì, la stampa,la sede distaccata di Mondovì nelle persone dei docenti e degli studenti, allo stesso modo parteciperanno alcuni esponenti delle principali scuole superiori di Mondovì.
Vorremmo chiedere la Vostra presenza per la segnalazione sul territorio di un fatto che condizionerà il futuro di molti ragazzi e del territorio stesso.
Ci scusiamo per il poco anticipo ma come già detto siamo stati colti alla sprovvista.
Ringraziamo anticipatamente fiduciosi di una Vostra risposta.
Gli studenti del polo di Mondovì del Politecnico di Torino.

Università on line, arriva il giro di vite

IL MINISTRO GELMINI

LA STAMPA - ROMA «Non intendo consentire, soprattutto nel permanere
del valore legale del titolo di studio, che le lauree rilasciate dalle università telematiche possano discostarsi dai parametri di qualità inderogabili per tutti gli altri atenei. Servono subito regole certe, affidabili e improntate al rigore». Lo dice il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. La ragione è che 11 atenei on line sono troppi per un numero esiguo di studenti che nella maggior parte dei casi si laurea in tempi più rapidi delle università tradizionali grazie alla manica larga con cui sono concessi i crediti formativi.

(16 ottobre 2009 - pag. 22)

Il Politecnico deve chiudere cinque sedi - Il piano in Senato accademico, proteste

Sulla base del nuovo piano dell'offerta formativa il Poli sembra avviato a chiudere tutte le sue sedi decentrate
Repubblica Torino

Chiudere tutte le sedi decentrate del Politecnico, senza possibilità di appello. È questa la decisione verso la quale sta andando il Senato accademico dell´ateneo sulla base del nuovo piano dell´offerta formativa. Il progetto è stato presentato ieri ai membri dell´esecutivo, dopo che un centinaio di studenti e di precari della ricerca avevano occupato il rettorato di corso Duca degli Abruzzi e dopo che, anche a Mondovì, una delle sedi in fase di chiusura - le altre sono Alessandria, Biella, Vercelli e Verrès - i ragazzi avevano organizzato un´assemblea e manifestato per chiedere al rettore Francesco Profumo di tornare sui suoi passi.Sigilli alla porta dell´aula in cui si svolge il Senato, gli studenti hanno impedito per un paio d´ore che presidi e rappresentanti delle altre componenti dell´organico si riunissero secondo il calendario prefissato. I precari della ricerca intanto chiedevano che si aprisse quanto prima un tavolo di trattativa per regolarizzare quello che ormai ha raggiunto il cinquanta per cento circa delle forze lavorative del Politecnico: l´esercito dei Cococo.Profumo, che da mesi ormai non risponde a questa richiesta, ha accettato ieri di rimettere la questione dell´apertura del tavolo alla decisione dell´intero Senato, inserendola al punto 3 dell´ordine del giorno. Ma l´assemblea, trasmessa in streaming in aula magna e sulla rete dell´ateneo, si è chiusa senza alcuna votazione. Il ritardo in apertura dei lavori ha obbligato a rimandare la discussione più avanti ma la riorganizzazione sembra ormai cosa fatta. Da calendario la votazione finale è prevista tra il 4 e il 6 novembre prossimi.Punto cruciale della seduta di ieri è stata la relazione del vicerettore, Marco Gilli, del progetto di riorganizzazione dell´offerta formativa per il prossimo anno accademico. Il piano richiede, senza alcuna possibilità di modifiche, la chiusura definitiva delle sedi di Biella, Mondovì, Vercelli (dove ha sede un´intera facoltà di ingegneria), Alessandria e Verres.«Secondo quanto previsto dalla legge 270 (ancora del governo Prodi) e dalle ulteriori restrizioni di una recente nota ministeriale per la quale presto saranno emanati i decreti attuativi - ha detto Gilli - il Politecnico deve dimezzare le ore di didattica complessive dell´ateneo».Passare cioè dalle attuali 182 mila ore a circa 96 mila. Una commissione composta dai presidi, da due vicerettori e dal rettore, ha formulato il nuovo piano nelle scorse settimane. Ma gli studenti hanno chiesto una conferenza di ateneo per essere informati sul progetto. Profumo si è impegnato a convocarla prima della votazione finale del Senato.
(16 ottobre 2009)

“Il futuro del Poli si dovrà discutere anche con noi”

Studenti e precari bloccano il Senato accademico

Per protesta buffet in cortile e sigilli alle porte


LA STAMPA - GIANNI SCARPACE - Gli studenti bloccano la riunione del Senato Accademico. Per un paio d’ore. Parola d’ordine: nessuna decisione sul futuro del Politecnico senza aver consultato gli interessati. Vale a dire, studenti, ricercatori precari e dipendenti delle sedi decentrate, a rischio di chiusura. Hanno vinto: il Senato Accademico ha rinviato ogni decisione in attesa di un incontro con l’assemblea degli studenti e ha approvato l’apertura di un tavolo di trattativa sulla situazione dei precari.La decisione definitiva verrà comunque persa nella prossima riunione del senato accademico che dovrebbe tenersi martedì prossimo. Al centro della polemica i paventati tagli che potrebbero colpire in particolare alcune delle sedi decentrate. A rischio prima fra tutte quella di Vercelli ma anche a Mondovì potrebbe esserci un netto ridimensionamento dove comunque si continuerebbe a fare ricerca. L’idea del Politecnico non è quella di smobilitare ma di sfruttar le nuove tecnologie. Le sedi distaccate rimarrebbero ma senza la presenza fisica dei professori pagati dal Politecnico. Le lezioni e tutto il materiale didattico arriverebbero, immagini comprese, via internet agli studenti nelle aule o, per chi lo desidera, addirittura a casa. I problemi maggiori potrebbero esserci per le esercitazioni dove è necessaria la presenza di tecnici e professori. Gli studenti pretendono. «Un anno fa, il rettore aveva annunciato il proprio dissenso con gli orientamenti del governo in materia di tagli al mondo universitario. Aveva annunciato le dimissioni nell’eventualità che il governo non avesse cambiato rotta. Roma ha trasformato in legge le sue intenzioni. E il rettore che fa?» dice Enrico, tra gli studenti più accalorati davanti all’aula dove è prevista la riunione del Senato Accademico, al primo piano della palazzina che ospita il rettorato. C’è anche una delegazione dei ragazzi di Mondovì, che hanno occupato il Politecnico della loro città. A manifestare con gli studenti ci sono anche i ricercatori precari e gli impiegati delle sedi decentrate.







BATTAGLIA VINTA



Alla fine i manifestantila spuntano:
si aprirà il tavolo di consultazione







Il rettore cerca di placare gli animi, parla con tutti. Sorriso e toni pacati. «Il mondo va al contrario - sostiene il Rino Lamonaca, Flc-Cgil Piemonte -. Serve un tavolo per la mobilitazione ha unito le varie componenti dell’università. Bisogna bloccare i licenziamenti».La manifestazione è incominciata alle 13, con grigliata nel piazzale del Politecnico e distribuzione di volantini agli studenti. Poi, la «siepe umana» davanti alla porta dell’aula riunioni al primo piano. L’obiettivo era di ottenere l’attenzione del Magnifico. E ci sono riusciti. «Vogliamo discutere le decisioni che ci riguardano» è la loro tesi. Il rettore ha promesso di non prendere decisioni nel merito, ma soltanto sui «termini della riforma». Ma gli studenti diffidavano. Hanno tentato di far sedere un paio di rappresentanti alla riunione del Senato Accademico: «Che male possono fare due testimoni?». Alla fine, è passata la «soluzione informatica»: collegamento in «streaming», che consentiva agli studenti di assistere alla riunione. Uno modo per sincerarsi che il Magnifico mantenesse i patti. E così è stato.
(16 ottobre 2009 - pag. 60)

“Il futuro del Poli si dovrà discutere anche con noi"


Studenti e precari bloccano il Senato accademico

Per protestabuffet in cortilee sigilli alle porte

LA STAMPA - CLAUDIO LAUGERI - Gli studenti bloccano la riunione del Senato Accademico. Per un paio d’ore. Parola d’ordine: nessuna decisione sul futuro del Politecnico senza aver consultato gli interessati. Vale a dire, studenti, ricercatori precari e dipendenti delle sedi decentrate, a rischio di chiusura. Hanno vinto: il Senato Accademico ha rinviato ogni decisione in attesa di un incontro con l’assemblea degli studenti e ha approvato l’apertura di un tavolo di trattativa sulla situazione dei precari.La decisone definitiva verrà comunque persa nella prossima riunione del senato accademico che dovrebbe tenersi martedì prossimo. Al centro della polemica i paventati tagli che potrebbero colpire in particolare alcune delle sedi decentrate.

BATTAGLIA VINTA

Alla fine i manifestantila spuntano: si aprirà il tavolo di consultazione

A rischio prima fra tutte quella di Vercelli ma anche a Mondovì potrebbe esserci un netto ridimensionamento dove comunque si continuerebbe a fare ricerca. L’idea del Politecnico non è quella di smobilitare ma di sfruttar le nuove tecnologie. Le sedi distaccate rimarrebbero ma senza la presenza fisica dei professori pagati dal Politecnico. Le lezioni e tutto il materiale didattico arriverebbero, immagini comprese, via internet agli studenti nelle aule o, per chi lo desidera, addirittura a casa. I problemi maggiori potrebbero esserci per le esercitazioni dove è necessaria la presenza di tecnici e professori. Gli studenti pretendono. «Un anno fa, il rettore aveva annunciato il proprio dissenso con gli orientamenti del governo in materia di tagli al mondo universitario. Aveva annunciato le dimissioni nell’eventualità che il governo non avesse cambiato rotta. Roma ha trasformato in legge le sue intenzioni. E il rettore che fa?» dice Enrico, tra gli studenti più accalorati davanti all’aula dove è prevista la riunione del Senato Accademico, al primo piano della palazzina che ospita il rettorato. C’è anche una delegazione dei ragazzi di Mondovì, che hanno occupato il Politecnico della loro città.A manifestare con gli studenti ci sono anche i ricercatori precari e gli impiegati delle sedi decentrate. Il rettore cerca di placare gli animi, parla con tutti. Sorriso e toni pacati. «Il mondo va al contrario - sostiene il Rino Lamonaca, Flc-Cgil Piemonte -. Serve un tavolo per la mobilitazione ha unito le varie componenti dell’università. Bisogna bloccare i licenziamenti».La manifestazione è incominciata alle 13, con grigliata nel piazzale del Politecnico e distribuzione di volantini agli studenti. Poi, la «siepe umana» davanti alla porta dell’aula riunioni al primo piano. L’obiettivo era di ottenere l’attenzione del Magnifico. E ci sono riusciti. «Vogliamo discutere le decisioni che ci riguardano» è la loro tesi. Il rettore ha promesso di non prendere decisioni nel merito, ma soltanto sui «termini della riforma». Ma gli studenti diffidavano. Hanno tentato di far sedere un paio di rappresentanti alla riunione del Senato Accademico: «Che male possono fare due testimoni?». Alla fine, è passata la «soluzione informatica»: collegamento in «streaming», che consentiva agli studenti di assistere alla riunione. Uno modo per sincerarsi che il Magnifico mantenesse i patti. E così è stato.

GRAN PARADISO - Otto studenti di architettura progettano nel Parco

LA STAMPA - Otto studenti di architettura del POLITECNICO di Torino parteciperanno al cantiere didattico nel Parco nazionale del Gran Paradiso. A fine luglio sono iniziati i lavori per la realizzazione dell'area attrezzata di Perabacu', nell'ambito del progetto di «A piedi tra le nuvole», che da sette anni vede coinvolto il parco con le amministrazioni locali per promuovere forme di mobilita' e fruizione sostenibile nell'area del Colle del Nivole'. Nel corso dell'anno accademico 2007/2008, nel «Laboratorio di progettazione architettonica II» tenuto dal professor Barello, e' stata proposta e affrontata come esercitazione la progettazione dell'area attrezzata con relativo parcheggio, nel Comune di Ceresole Reale, all'interno dell'area protetta del parco del Gran Paradiso. Gli studenti della sede di MONDOVI', dopo aver effettuato un sopralluogo con tecnici del parco, focalizzando l'attenzione in particolare sugli aspetti ambientali, hanno elaborato alcune soluzioni progettuali per le diverse aree, come la zona pic-nic, l'area gioco e l'area parcheggio. Le idee iniziali sono state sviluppate dagli studenti, sotto la guida del docente e dei suoi assistenti. Attraverso il confronto con l'ufficio tecnico del parco, sono state successivamente approfondite da professionisti incaricati, che hanno elaborato un progetto complessivo e curato i dettagli costruttivi. Gli studenti parteciperanno ora in prima persona al cantiere didattico e costruiranno, con l'aiuto di operai qualificati e di due tutor, un «percorso ludico» consistente in un piccola struttura in legno. La collaborazione tra il POLITECNICO di Torino e il Parco nazionale del Gran Paradiso risale al 2003, anno in cui e' stata firmata una convenzione che prevede la possibilita' di svolgere tirocini ed attivita' formative nell'area protetta.

http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=9504822

MONDOVI'. PROGETTI DI UNIVERSITA' E COMUNE

Il Poli nei grandi edifici vuoti ''Ex Orfane'' a Piazza e i Passionisti proposti come sedi di laboratori La scelta risolverebbe l'annoso problema dei molti «contenitori» inutilizzati in citta'

Intervista '''Gli attuali locali non sono piu' sufficienti '' Massimo Sorli

LA STAMPA - MONDOVI' - All'inaugurazione dell'anno accademico della sede decentrata del POLITECNICO di MONDOVI', i responsabili dell'universita' avevano detto in modo chiaro che «la tradizionale missione della sede basata quasi esclusivamente sulla didattica dev'essere fortemente ripensata». Il responsabile Massimo Sorli aveva poi elencato sette «laboratori di servizio» in grado di «operare sul territorio». Ora una delle sedi che potra' contenere questo tipo di servizio e' indicata nel grande complesso delle Orfane, a Piazza. Uno dei tanti contenitori vuoti, di proprieta' del Comune, dal futuro «nebuloso» perche' privi, per ora, di una funzione certa. Nell'ex convento dei Carmelitani di via della Misericordia, da anni acquisito dal Comune, dovrebbe sorgere un «polo culturale» con lo spostamento della biblioteca civica e la creazione di una sede per le associazioni culturali della citta'. Un progetto promosso dal Comune, mentre il POLITECNICO ha pronto da tempo un progetto di ampliamento a Breo, di circa 2000 metri quadrati. L'«ipotesi Orfane», a Piazza, e' stata proposta dal sindaco Viglione nell'ultima riunione del «tavolo di lavoro sull'universita'», che coinvolge anche Provincia e Fondazione Crc. Entro meta' giugno si dovrebbero definire meglio le «sedi dell'universita'». «Poiche' - dice il sindaco di MONDOVI' - si parla da tempo di ''cittadella politecnica'' in cui didattica, laboratori di servizi e spazi per gli studenti si compenetrino, il Comune ha proposto un'''universita' diffusa'' in citta', in cui le aziende comprano i servizi del POLITECNICO creati nei laboratori posti non solo nella sede attuale di Breo, ma anche a Piazza, dove ci sono contenitori disponibili e funzionali. Il complesso delle Orfane e' una delle ipotesi: a Breo la didattica, nel quartiere alto il resto, cioe' biblioteca, laboratori, servizi, spazi di studio, sfruttando la funicolare». Un'altra possibilita' emersa dalle riunioni promosse grazie alla Fondazione Crc potrebbe essere un laboratorio per le macchine agricole ai Passionisti, edificio in cerca di funzione, nel quartiere Altipiano. «L'offerta formativa del Poli di MONDOVI' - aveva confermato il rettore Profumo una decina di giorni fa - paiono eccellenti, con particolare riguardo ai corsi di laurea triennale e specialistica in Architettura, gli unici offerti al di fuori della sede metropolitana. Ma la stessa sopravvivenza della sede e' subordinata, oltre alla ricerca delle risorse, soprattutto alla creazione di un polo integrato di ricerca, formazione, trasferimento tecnologico e servizi a cui partecipino tutti gli attori istituzionali e del sistema economico e sociale». Massimo Sorli e' il presidente del Cesmo, il Centro Servizi di MONDOVI': in pratica il responsabile della sede decentrata monregalese del POLITECNICO. Nella sua relazione, all'inaugurazione dell'anno accademico 2008-2009, il 5 maggio, di fronte al rettore Francesco Profumo ha detto che «era stata svolta un'attenta analisi sulle infrastrutture che ospitano il Poli». Professore, la sede attuale dell'universita' sta «stretta» a tutti? «E' sotto gli occhi di tutti la difficolta' logistica di aule non piu' sufficienti e laboratori da sviluppare». L'ipotesi dei laboratori nell'ex Collegio delle Orfane la soddisfa? «E' un'ipotesi, ma devo ancora confrontarmi con i miei colleghi dell'ateneo di MONDOVI'. Non c'e' nulla di formalizzato in documenti o progetti. Le mie considerazioni personali, in questo momento, hanno poco valore». Il Poli ha da anni, nel cassetto, il progetto di un ampliamento della sede sempre a Breo, accanto all'attuale. Rimane ancora valida? «Far partire una cosa o l'altra e' un'azione subordinata a qualcosa di fortemente integrato con il territorio, con gli enti, la Fondazione. La posizione del Poli non e' ''siamo in casa nostra e facciamo quello che vogliamo''. Intendiamo, invece, dialogare con il territorio». Il sindaco Viglione parla di «universita' diffusa> > in varie parti della citta'. E' d'accordo? «Direi di si', ma sono soprattutto d'accordo sull'esigenza di mettere gli studenti nelle condizioni ideali di poter apprendere dalla didattica e produrre con i laboratori». (14-05-2009)

Fonte:La Stampa

Piano di riorganizzazione del Politecnico di Torino per l’a.a. 2010/2011

Quando si tratta del nostro futuro vogliamo essere noi a decidere.

http://colpo.org/ il 12/10-09 alle 11.10 in Politecnico - Il senato accademico si prepara ad approvare un piano di riorganizzazione dell’ateneo per l’a.a. 2010/2011. Una riorganizzazione in linea con le direttive ministeriali, che sembra più un amaro adeguamento economico piuttosto che una riforma voluta e pensata per migliorare la nostra università. Il 28 ottobre scorso il rettore Profumo lasciava queste dichiarazioni a “La Stampa”:
"Se il Governo non cambierà strada, convocando i rettori, ritirando tagli insostenibili e aprendo la via a una seria riforma dell'università, non potrò che dimettermi, insieme agli altri rettori italiani."
Ad un anno di distanza, non possiamo che prendere atto della coerenza del governo nel portare avanti un progetto politico che mira sempre più a una distruzione della scuola pubblica in tutti i suoi livelli (da quella elementare fino all'università), e contemporaneamente non possiamo che ridere (furiosamente) dell'incoerenza di chi prometteva battaglia a questi provvedimenti, parlando addirittura di dimissioni ai giornali, e che invece si è ricandidato alle elezioni di rettore l'anno scorso e adesso propone una riforma figlia di quella stessa legge tanto criticata.
Il nostro caro rettore vuole, evidentemente, a tutti i costi, rendersi complice di questo progetto politico, forse per smanie di grandezze e quindi per poter dire un giorno: "c'ero anche io, quando l'università pubblica moriva".
Questi sono i punti principali di una riforma molto radicale, della quale però non si parla (assomiglia ad un diktat!) e non si viene informati (ne siamo venuti a conoscenza da un articolo pubblicato su Repubblica!):
- chiusura dei corsi di laurea non economicamente sostenibili (cioè con un numero di iscritti inferiore a 150 per la triennale e 50 per la specialistica)
- possibilità di iscrizione all'anno successivo solo se raggiunto un numero minimo di crediti e l'introduzione di soglie per l'iscrizione alla specialistica.
- 1° anno comune per tutti i corsi di ingegneria con classi di 180 studenti, 2° anno diviso per aree disciplinari (Industriale, Ambientale/Civile/Edile, Informazione, Gestionale) e 3° anno diviso per corsi di laurea.
- conferma del corso di Disegno Industriale solo se ritenuto “sostenibile” da un apposita commissione
- accorpamento delle 2 facoltà di architettura.
- chiusura di tutte le sedi decentrate.
- riduzione del 10% del personale docente e tecnico-amministrativo.
A parte l'ultimo punto, dove la parola riduzione è sempre sintomo di peggioramento della qualità del servizio che si offre, molti sono gli interrogativi che sorgono spontanei e sui quali sarebbe opportuna una discussione aperta a tutti.
Ad esempio:
- l'inserimento di soglie di crediti per l'accesso agli anni successivi di insegnamento è una scelta che tiene conto di chi, per motivi economici, studia e contemporaneamente lavora per proseguire quegli studi? perchè deve essere l'università a dettare i tempi dell'apprendimento, sempre più serrati e frenetici, e sempre più lontani da quella "lentezza" capace di far riflettere sul mondo che ci circonda, su noi stessi e renderci più completi come individui?
- la chiusura delle sedi distaccate, uno dei temi tanto decantati anche dal governo come soluzione gli sprechi, è una scelta puramente economica o è una scelta che porta avanti l'idea di un polo culturale accentrato, per creare grandi spazi di aggregazione culturale? Se è veramente una scelta dettata da un’ idea e non dal bilancio (cosa improbabile di questi tempi), si è in grado di fornire alloggi e spazi didattici alle molte persone che si vedranno costrette a trasferirsi a Torino? Riuscirà l'edisu a farsi carico di tutte queste persone? Può il politecnico fornire aule adeguate, quando ci si ritrova già ora a fare lezioni in aule troppo piccole per il numero di studenti che seguono il corso?
- è giusto parlare di sostenibilità economica? è giusto che questa riforma universitaria, come quelle passate, sia una risposta a dei modelli economici imposti piuttosto che una risposta a un reale bisogno di miglioramento?....

Sembra evidente, quindi,che una riforma di tale portata, necessiti di una discussione molto lunga e approfondita e, soprattutto, debba coinvolgere la pluralità dei soggetti interessati.Ci sembra assurdo che gli studenti non siano stati nemmeno informati su questa riforma così radicale e che, ancora una volta, questi discorsi rimangano chiusi tra le mura di un senato accademico sempre più indifferente alla voce degli studenti.Una questione fondamentale da evidenziare, infatti, è la non partecipazione e l'unilateralità dei processi decisionali. La tanto decantata governance ovvero un processo governativo e decisionale che coinvolga più attori al fine di perseguire un unico e condiviso obiettivo di crescita, ovvero un processo che dovrebbe opporsi a decisioni dettate dall'alto lasciando spazio alla partecipazione, non è che una facciata, una maschera, che nasconde il volto reale di un modo di procedere e decidere unilaterale e dettato dall'alto. Chi di noi è stato dunque coinvolto in un processo di riforma della nostra università? O, ancora, chi di noi è stato almeno informato? Lo studente, l'attore fondamentale dell'università , la cui formazione rappresenta il motore di qualunque processo che la riguardi, è l'escluso per eccellenza.

Quando si tratta del nostro futuro vogliamo essere noi a decidere.

Lettera inviata poco fa al "Magnifico" Rettore

Carissimo Magnifico Rettore,

Gli Studenti del Polo di Mondovì all’unanimità chiedono il mantenimento della sede e dell’attuale qualità della didattica.
Ritengono che il Senato Accademico, anche in seguito alla proiezione in streaming della seduta tenutasi il 15/10/2009, non abbia minimamente tenuto in considerazione la qualità della didattica e degli Studenti che in questa città vivono, studiano, sognano.
Siamo esterrefatti dalla facilità con cui la direzione del Politecnico di Torino si stava apprestando a chinare la testa rispetto a tagli di risorse che non solo segnano la morte delle sedi decentrate, ma anche quella della didattica, della cultura e della conoscenza. Siamo inoltre disgustati da come queste decisioni stavano per essere prese senza prima consultare l’anima dell’Università : gli Studenti.
Gli Studenti fino ad ora sono stati considerati numeri e non persone, motivo per cui ora chiediamo di essere trattati con il rispetto che ci meritiamo e pretendiamo da chi decide delle nostre sorti.
Riteniamo inoltre che la didattica svolta in Italia, debba essere prioritaria rispetto a quella svolta all’estero, non accettiamo che una sede universitaria, che ha lavorato vent’anni sul territorio debba essere chiusa, senza prima ritirare i progetti, svolti ad esempio in Cina, che sottraggono ore preziose all’insegnamento in Italia e che rappresentano un ben magro vanto internazionale, rispetto alla sconfinata desolazione che si lascia in Italia.
Chiediamo a Lei e al Senato Accademico di avere coraggio, come già successo per il Politecnico di Milano, e di rifiutare questi tagli che minano in maniera oscena la credibilità e la qualità non solo del Politecnico di Torino, ma di tutte le università italiane.
Una posizione netta del nostro Ateneo contro i tagli permetterebbe a livello nazionale una riflessione molto più profonda su quello che sta succedendo nel mondo dell’istruzione e su quello che si può fare per ottimizzare, senza dover sacrificare a prescindere tutte le sedi decentrate.
“Se il governo non cambierà strada, convocando i rettori, ritirando tagli insostenibili e aprendo la via a una seria riforma dell’università, non potrò che dimettermi insieme agli altri rettori italiani” Questo diceva all’incirca un anno fa sulla Stampa, speriamo davvero che con tutta la foga di quei giorni Lei abbia di nuovo il coraggio di non chinare la testa, noi non lo faremo.
Gli studenti del politecnico di Mondovì

GRAN PARADISO Area per turisti realizzata dagli studenti del Politecnico

LA STAMPA - CERESOLE REALE Gli studenti del POLITECNICO disegnano e realizzano una nuova area attrezzata a servizio dei turisti del parco nazionale del Gran Paradiso. Succede a Ceresole Reale, nell'area di Perabacu', dove da alcuni giorni e' al lavoro un gruppo di studenti della Facolta' di Architettura, sede di MONDOVI'. Il progetto si svolge nell'ambito di «A piedi tra le nuvole», il cartellone di iniziative che da sette anni e' collegato alla regolamentazione del traffico automobilistico al colle del Nivole' (quella di domenica e' la seconda giornata di chiusura, e gli appuntamenti collaterali saranno dedicati alla scoperta del lupo). «La progettazione e' stata proposta e affrontata come esercitazione nel corso dell'anno accademico 2007-2008 - spiegano al POLITECNICO - gli studenti hanno elaborato alcune soluzioni per le diverse aree, come la zona pic-nic, l'area gioco e l'area parcheggio dopo aver effettuato un sopralluogo con i tecnici del Parco». In occasione dell'inizio dei lavori, alcuni studenti del laboratorio di progettazione architettonica hanno posato la prima pietra dell'opera: con l'aiuto di operai qualificati e di due tutor e' stato realizzato un «percorso ludico» per i turisti piu' giovani, che consiste in una piccola struttura in legno. La collaborazione tra POLITECNICO di Torino e Parco Nazionale Gran Paradiso risale al 2003, anno in cui e' stata firmata una convenzione che prevede la possibilita' di svolgere tirocini e attivita' formative nell'area protetta.
(24-07-2009)

http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=9452865

I corsi fuori Torino

LA STAMPA - UNIVERSITA' - TORINO. Viticoltura ed Enologia (Alba): 68 iscritti per 67 posti Infermieristica (Cuneo) 154 iscritti per 136 posti Infermieristica (Ivrea) 97 iscritti per 77 posti Infermieristica (Aosta) 44 iscritti per 31 posti Infermieristica (Asti) 103 iscritti per 77 posti Tecnico di laboratorio biomedico (Cuneo) 13 iscritti per 9 posti Tecniche di radiologia medica (Cuneo) 43 iscritti per 10 posti Educazione professionale (Savigliano) 54 iscritti per 50 posti POLITECNICO Architettura per il progetto (MONDOVI') 67 iscritti (48 nel 2008) provvisorio Ingegneria informatica (Verres/Ivrea) 4 iscritti (12) Ingegneria meccatronica (Verres/Ivrea) 28 iscritti (35) Ingegneria delle materie plastiche (Alessandria) 20 iscritti (14) Ingegneria elettrica (Alessandria) 31 iscritti (26) Ingegneria meccanica (Alessandria) 45 iscritti (38) Ingegneria tessile (Biella) 25 iscritti (105) Ingegneria civile per la gestione delle acque (MONDOVI') 33 iscritti (40) Ingegneria meccanica (MONDOVI') 41 iscritti (30) Electronic and computer engineering (Vercelli) 23 (108) Ingegneria civile (Vercelli) 52 iscritti (46) Ingegneria meccanica (Vercelli) 60 iscritti (30)
(01-09-2009)

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Le matricole vogliono andare sul sicuro Crescono le specializzazioni mediche e Politecnico sia Ingegneria che Architettura. In calo Agraria

LA STAMPA - ANDREA ROSSI - TORINO. La crisi spinge in giovani nelle aule universitarie. Non si spiegherebbe altrimenti - in una regione con tassi demografici da segno ''meno'' - il boom di iscritti ai test d'ingresso per Universita' e POLITECNICO di Torino. Piu' 16,6 per cento all'Universita' e piu' 14 al Poli, inteso come Ingegneria, visto che le pre-iscrizioni ad Architettura chiuderanno solo oggi e i dati parziali parlano comunque di un incremento del 30 per cento. Ora cominceranno i quiz per l'ammissione: vale per l'Universita', vale per il Poli, ma a Ingegneria si trattera' solo di test attitudinali, non esistono corsi a numero chiuso. Tra chi invece si contendera' i corsi a sbarramento il record - tanto per cambiare - spetta agli aspiranti odontoiatri: solo 39 posti per 827 candidati. Una strage annunciata: cinque posti ogni cento candidati. Altrove non sara' poi tanto diverso, soprattutto nelle facolta' mediche - da Medicina a Veterinaria da Farmacia alle professioni sanitarie - dove gli incrementi oscillano tra il 14 e il 33 per cento. Insomma scelte di chi vuole «andare sul sicuro» in termini di sbocchi professionali. La situazione appare piu' agevole nelle sedi decentrate, dove il quadro e' ancora in movimento, ma forse non ci sara' la ressa prevedibile in certi corsi a Torino. Alcuni esempi: a Tecniche di radiologia medica a Cuneo: 43 iscritti per 10 posti. Tutt'altra storia negli altri casi: ad Alba, a Viticoltura ed enologia, ci sono 68 iscritti per 67 posti; Infermieristica ha 136 posti per 154 iscritti a Cuneo, 77 per 97 candidati a Ivrea, 31 per 44 ad Aosta e 77 su 103 ad Asti. Infine per fare il tecnico di laboratori biomedico a Cuneo ci sono 9 posti e 13 persone in lizza, mentre per Educazione professionale a Savigliano 54 candidati e 50 posti. Scende anche il corso di Viticoltura ed enologia ad Agraria a Grugliasco, l'unico ad accesso limitato, ma c'e' da dire che negli anni scorsi l'incremento era stato massiccio. Cambiando settore sono in flessione Psicologia, Economia (che non e' a numero chiuso, ma prevede un test ''attitudinale'' per tutti) e il Suism, l'ex Scienze motorie, complice forse il trasferimento fuori Torino della sede delle lezioni. Infine, ed e' forse la sorpresa di quest'anno, Scienze naturali e Scienze della Formazione: a meno di una corsa all'iscrizione nell'ultimo giorno utile hanno visto le aspiranti matricole in discesa dopo le crescite degli anni scorsi. Anche al POLITECNICO i pre-iscritti a Ingegneria crescono e sono piu' di 5 mila. Aumentano anche gli studenti da fuori regione, ormai il 45 per cento del totale: il 27 per cento arriva da altre zone d'Italia, soprattutto Puglia e Calabria, mentre il 18 per cento arriva dall'estero, con una prevalenza di cinesi, pakistani, camerunensi, ghanesi e brasiliani. «I ragazzi e le loro famiglie hanno dato un segnale e una forte indicazione politica - commenta il rettore del Poli Francesco Profumo - Nonostante la crisi economica e' importante investire in formazione. Come ha recentemente detto il presidente americano Obama la Scienza e la Tecnologia non sono un lusso nei momenti di grande difficolta', anzi sono piu' essenziali per la nostra prosperita', sicurezza, salute, ambiente e qualita' della vita di quanto siano mai state in passato. E' la strada per uscire prima e meglio dalla crisi». In leggera controtendenza sono alcuni corsi delle sedi distaccate, in calo rispetto all'anno scorso. Fa eccezione Architettura per il progetto, a MONDOVI' che, a iscrizioni ancora aperte, passa da 48 a 67 iscritti. Cresce anche Alessandria: 96 matricole contro le 78 del 2008 per i tre corsi. Per il resto i due corsi di Ivrea passano da 47 a 32 matricole; Ingegneria tessile a Biella tiene attorno ai 50 iscritti, i due corsi di MONDOVI' restano stabili: 71 iscritti contro i 70 dell'anno scorso. Infine la II facolta' d'Ingegneria con sede a Vercelli: tre corsi, si passa da 184 iscritti a 135

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DICIAMO NO ALLA TELEDIDATTICA!
Personalmente, ritengo la proposta inaccettabile e ridicola a priori:mi chiedo come possano persone con un così alto livello di esperienze in campo universitario pensare che uno schermo possa sostituire l'umanità,la presenza fisica e la disponibilità di un professore.E poi ci siamo noi studenti:e' impensabile far lezione ed avere una formazione adeguata senza uno scambio,un contatto diretto di opinioni e idee con i docenti!
Ringraziamo il rettore per "lo sforzo",ma continuiamo la nostra battaglia a favore di una sede decentrata che ha da sempre,tra i suoi tanti punti di forza,proprio un rapporto piu diretto studenti-docenti:NOI DICIAMO NO A QUESTA SORTA DI CONTENTINO!!!

Garavagno Stefania



NELLO STREAMING UN "ERA" DI TROPPO...
Il senato accademico usa il verbo al passato rivolgendosi alle sedi decentrate!NON SIAMO ANCORA MORTI!!Abbiamo un piano informativo ben preciso e idee chiare,che non nascono oggi,ma sono frutto di anni di lavoro da parte di molte persone.

Manuello Nadia Caterina

MONDOVI' - Stamane il Politecnico inaugura l'anno accademico

LA STAMPA - Sara' il rettore del POLITECNICO Francesco Profumo a presiedere stamani la cerimonia d'inaugurazione dell'Anno Accademico 2008-2009 della sede di MONDOVI'. Lo fara' in un momento particolare per l'Universita' decentrata del «Poli», nata nel 1990, che attende da tempo l'avvio di un «necessario» rilancio, ma sempre confortata da numeri importanti per le Facolta' di Ingegneria e Architettura. Dopo un periodo di calo, le iscrizioni ora si sono chiuse a 835 studenti, in linea con il trend dell'ultimi biennio, sebbene quest'anno ci siano due corsi in meno rispetto al passato. Circa il 20 per cento degli studenti abita a MONDOVI'. Circa 40 sono ospiti dell'istituto Casati; una cinquantina i residenti negli alloggi universitari del quartiere Breo. Il sindaco Stefano Viglione sottolinea da tempo l'attenzione dell'Amministrazione comunale verso il Poli «sperando in un consolidamento vero sul territorio». «Non ci sono elementi precisa - che facciano pensare a una volonta' di disimpegno dell'Universita' nella sede cittadina». Il futuro, per MONDOVI', dovrebbe essere rappresentanto da tempo dal settore agroalimentare, ma solo la nuova convenzione, ormai prossima, con gli enti (soprattutto Comune e Fondazione Crc) stabilira' il vero avvenire del «Poli». La cerimonia, dalle 10, si svolgera' nell'ex chiesa di Santo Stefano a Breo, in via Sant'Agostino 24. Oltre a Profumo e a Massimo Sorli, responsabile della sede monregalese, saranno presenti l'assessore regionale all'Universita' Andrea Bairati, il presidente della Provincia Raffaele Costa, il sindaco Stefano Viglione, Giorgetto Giugiaro, presidente di Italdesign e i docenti Rocco Curto e Donato Firrao. Saranno consegnate anche le borse di studio offerte dalle aziende monregalesi.
(05-05-2009)

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Ieri il rettore ha inaugurato il nuovo anno accademico a MONDOVI'

CERIMONIA DEL POLITECNICO
''Dobbiamo attirare studenti dall'estero''

LA STAMPA - GIANNI SCARPACE - MONDOVI' - Un «futuro sotto condizione», ma con maggiori elementi di ottimismo rispetto allo scorso anno. Secondo il rettore Francesco Profumo, che ieri ha inaugurato l'anno accademico 2008/2009, la sede decentrata del POLITECNICO di MONDOVI' ha «un'offerta formativa eccellente». Allo stesso tempo il Poli di Torino potra' mantenere il suo impegno nella sede decentrata solo se si verificheranno tre condizioni: offerta formativa sostenibile in termini di risorse finanziarie, attrazione di studenti fuori dalla Provincia e dall'estero e creazione di un polo integrato di ricerca, trasferimento tecnologico e servizi a cui partecipano tutti gli attori del sistema istituzionale ed economico. Risposta di Massimo Sorli, responsabile della sede monregalese che ha compiuto 19 anni, il quale ha parlato di un «momento di disagio superato»: «E' gia' stato avviato un tavolo di lavoro, sollecitato dalla Fondazione Crc, con l'obiettivo di sviluppare agroalimentare, ambiente e paesaggio, entro meta' giugno tutto sara' definito meglio». Ancora Profumo: «Vuol dire che ci sono le premesse per confermare le buone capacita' della sede di MONDOVI', ma molto dipendera' dal lavoro che svolgeremo insieme nei prossimi mesi». Il futuro del Poli di MONDOVI' sta in queste affermazioni fatte ieri, nell'ex chiesa di Santo Stefano, di fronte a una platea attenta, composta anche dai 39 studenti che hanno ricevuto le borse di studio da imprese ed enti della citta' e del circondario. Affermazioni che hanno fatto dire al sindaco di MONDOVI' Stefano Viglione di nutrire un «cauto ottimismo perche' una possibilita' di rilancio possa diventare una cosa vera». Lo scorso anno il primo cittadino non aveva nascosto le preoccupazioni sul futuro dell'universita' di MONDOVI', dopo aver speso 18 milioni di euro in 20 anni per il Poli. «Non posso dire - ha aggiunto - che siano sparite del tutto le ombre, ma oggi registro un'attivita' intensa per l'individuazione di una precisa mission che faccia fare il vero salto di qualita'. Entro fine mese proporro' la Cittadella, a Piazza, come ulteriore sede per la ricerca». Per un'universita' con caratteristiche importanti (Ingegneria meccanica, Elettronica, Civile per la Gestione delle Acque, Architettura, 141 docenti, 835 studenti con 137 nuove immatricolazioni) il presidente della Provincia Raffaele Costa ha definito «vitale» la collaborazione del Poli con le aziende. Dopo le relazioni di Luca Bazzano, studente del Senato Accademico, e dei docenti Donato Firrao e Rocco Curto, (il designer Giorgetto Giugiaro non era presente per motivi di lavoro), l'assessore regionale Andrea Bairati ha concluso gli interventi: «I 500 milioni di euro spesi dal pubblico in Piemonte per l'universita' rendono circa 2 miliardi sul territorio: soldi ben gestiti. A MONDOVI' attendiamo il salto di qualita' in cambio di imprese trovate dalla Regione pronte a collaborare». Ezio Falco, presidente Fondazione Crc: «Sono d'accordo, c'e' un cauto ottimismo. Si lavora bene, abbiamo messo a disposizione il nostro Centro Studi».
(06-05-2009)

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INCONTRO. LA CRC HA STANZIATO I FONDI MA NON LI HA VERSATI

Domani un mini-vertice sul futuro dell'Universita'
Ancora fermi i bandi di concorso per le assunzioni

LA STAMPA - LORENZO BORATTO - CUNEO I soldi del territorio ci sono, i concorsi per i docenti e i ricercatori non ancora. Dopo la «retrocessione formale» di due corsi dell'Universita' degli Studi di Torino nella Granda (Economia a Cuneo e Scienze della formazione a Savigliano, non piu' «autonome» ma «distaccate»), si torna a ragionare sul futuro dell'universita'. Domani a Cuneo l'incontro dell'Associazione insediamenti universitari, che riunisce Provincia e Comuni sedi di facolta'. Lo scopo e' fare il punto sullo sviluppo dei corsi, oggi seguiti da 5 mila studenti (inclusi POLITECNICO a MONDOVI', Universita' del Piemonte orientale ad Alba, l'universita' di Scienze gastronomiche di Pollenzo, Conservatorio e Accademia nel capoluogo). Gianfranco Dogliani, presidente dell'associazione: «Un incontro convocato dopo le elezioni di giugno. Parleremo dei soldi da versare all'universita' di Torino: accordi ratificati in momenti diversi per fondazioni bancarie ed Enti locali, quindi serve tempo perche' arrivino tutti». La Regione ha gia' messo sul piatto 4,5 milioni per i primi tre anni, l'accordo prevede 6 milioni l'anno fino al 2019 da parte degli Enti locali e fondazione Crc all'ateneo di Torino, ma a fronte dell'assunzione di 51 tra ricercatori e docenti: l'unico modo che venne individuato per portare, oltre alla docenza, anche la ricerca in provincia (e non solo corsi «doppioni> > di quelli di Torino). Per ora s'e' fatto un passo indietro: l'accorpamento delle due facolta' con Torino. Dall'ateneo spiegano: «Solo una riduzione dell'autonomia formale del corso, senza conseguenze per docenti e studenti», escamotage burocratico per evitare la chiusura dei corsi che, autonomi, non rientravano nei requisiti del ministero. Roberto Cavallo-Perin, responsabile del decentramento dell'ateneo: «Il ministero ha sbloccato 1500 concorsi pregressi, gia' effettuati. Infatti a Biella dove la convenzione e' stata firmata 6 mesi prima rispetto a Cuneo, ci saranno 3 professori associati. Ma i concorsi erano gia' stati banditi. I nuovi concorsi non sono sbloccati quindi per Cuneo nessuna novita'. Faremo il punto a settembre. Ritardi nei pagamenti? Il momento e' difficile per gli Enti locali. C'e' la disponibilita' del rettore Ezio Pelizzetti a bandire i primi concorsi appena ci saranno le condizioni: ora non ci sono». L'assessore alla Cultura di Cuneo, Alessandro Spedale: «Dobbiamo controllare e stimolare le evoluzioni dell'universita' sul territorio. Cuneo investe molti soldi, gli impegni presi vanno rivisti alla luce della riforma ministeriale: ci adegueremo ai criteri senza perder tempo, ma vogliamo che sia rispettata la convenzione firmata 7 mesi fa». Il presidente della Fondazione Crc, Ezio Falco: «Il patto e' stato firmato a gennaio, si deve decidere se la "svolta" all'universita' di Cuneo sara' attuata in tempi brevi, anche a fronte degli investimenti del territorio. La fondazione ha giu' deliberato 1,5 milioni di euro per il 2009». Ma non li ha trasferiti all'ateneo.
(28-07-2009)

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CUNEO - IPOTESI DELL'ASSOCIAZIONE INSEDIAMENTI

''Senza assunzioni nessun contributo all'Universita''

Dopo i tagli bloccati i concorsi dei ricercatori Prorogata la convenzione con il Politecnico

LA STAMPA - LORENZO BORATTO - CUNEO Niente soldi dalla Granda, finche' non si sbloccheranno i concorsi per nuovi ricercatori e docenti universitari. E' una delle ipotesi discusse dall'Associazione insediamenti universitari. Il presidente Gianfranco Dogliani: «I 30 ricercatori universitari per cui il Cuneese e' pronto a pagare per 10 anni permetteranno una svolta ai corsi della Granda. Ma la convenzione tra territorio e Ateneo ha preso il via in un momento di tagli voluti da Roma. I nuovi concorsi sono bloccati. Vedremo se congelare il Patto locale». E' l'accordo (1,5 milioni l'anno fino al 2019 all'Universita' di Torino) firmato da Regione, Provincia, ospedale «S. Croce e Carle», Comuni di Cuneo, Alba, Savigliano e Fondazione Crc. I rappresentanti dei Comuni sedi di corsi universitari hanno ribadito la disponibilita' a pagare anche le spese di didattica, ma solo se i concorsi saranno banditi. Il direttore dell'azienda ospedaliera, Giorgio Gatti: «Il territorio investe molto, deve fare pressioni per sbloccare i bandi: al S. Croce la ricerca universitaria e' fondamentale». «L'associazione deve diventare la cabina di regia di scelte univoche, senza che ogni Comune agisca per conto proprio» ha detto il sindaco Alberto Valmaggia. I fondi del Patto locale arriveranno da Fondazione Crc (mezzo milione di euro, gia' deliberato ma non ancora versato), Fondazioni Cr di Savigliano, S. Paolo e Crt, Camera di commercio, Comune di Cuneo e Associazione. A settembre ci sara' un vertice tra enti locali e universita'. Intanto la convenzione tra Provincia, Comune di MONDOVI' e POLITECNICO e' stata prorogata fino a settembre 2010, in attesa di trattare su ulteriori risorse per rilanciare Ingegneria e Architettura.
(30-07-2009)

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Occupato il Politecnico di Mondovì

UNIVERSITÀ. A RISCHIO LE SEDI DECENTRATE
Occupano il Politecnico per evitare la chiusura
Sindaco di Mondovì da Profumo che rinvia la decisione












LA STAMPA - GIANNI SCARPACE - MONDOVÌ Occupazione e autogestione al Poli di Mondovì, oltre a una lettera preparata dagli s$tudenti e consegnata al rettore Francesco Profumo, impegnato, ieri fino
a tarda sera, con la riunione del Senato Accademico (la decisione sulle sedi decentrate è stata rinviata). Sono le notizie che arrivano al termine dell’assemblea degli studenti universitari
svoltasi ieri pomeriggio, a Mondovì. Ci sono state la commozione di un docente storico del «Poli»
di Mondovì come Teresio Sordo, le prese di posizione dure di docenti accanto adaltre più possibiliste, la protesta degli studenti, l’applauso di oltre 350 ragazzi alla notizia che la sede torinese è stata occupata da colleghi e ricercatori. Poi la decisione: una delegazionea Torino per far sentire anche la voce degli 835 iscritti di Mondovì (436 di Architettura, gli altri di Ingegneria). Tre ore intense di assemblea, oltre 350 studenti,promossa dall’associazione studentesca «Y Group» guidata da Giacomo Gaiotti.
L’obiettivo è convincere il rettore Francesco Profumo e il Senato accademico, convocato ieri a Torino, in mezzo alla protesta di precari e studenti che l’eventuale chiusura delle sedi decentrate del Piemonte, seguendo le indicazioni di una circolare ministeriale che prevede tagli di ore e docenti, sarebbe un grave errore. «Invito tutti a ragionare e trovare prospettive per il futuro, qualunque sarà», ha esordito il professor Massimo Sorli, responsabile della sede. «Una decisione che deve perlomeno essere rimandata», ha aggiunto Lorenzo Mamino (preside del corso d’Architettura), cofirmatario di una nota sulla «bontà dei numeri del Poli diMondovì» inviata a Profumo: 124 docenti (più 21 del personale amministrativo), costo della struttura 1.154.000 euro (esclusi gli stipendi dei docenti) all’anno, con una copertura da parte degli enti pubblici (Comune, Provincia, Fondazione Crc) di 1.500.000 euro l’anno, 20 milioni di euro impegnati dall’apertura dell’università nel ‘90. Il professor Luca Iuliano (Ingegneria): «Sia chiaro: ilPoli chiuderà le sedi decentrate, nonostante non ci sia legge, ma solo un’indicazione, Mondovì ha sempre subìto, è giusto ora fare la voce grossa». Tanti interventi degli studenti.«Secondounnostro sondaggio - dice Giovanni Gasco - il 13% di noi non andrebbe a Torino, rinunciandoall’università».
Presenti e solidali con l’assemblea, tre assessori comunali(Manfredi, D’Agostino e Rosso). Il sindaco Stefano Viglione ieri ha consegnato a Profumo un appello in cui si chiede di scongiurare la
chiusura di Mondovì. Viglione (centrodestra) era insieme al consigliere comunale Stefano Tarolli,
del Pd, firmatario di un altro appello, per sottolineare l’iniziativa bipartisan.

Occupazione della sede di Mondovì per scongiurarne la chiusura

Mondovì: studenti del Politecnico occupano la sede

Assemblea questa mattina e decisione di occupare. L'estremo gesto è degli studenti del Politecnico che, in modo pacifico, stanno occupando un'aula dell'istituto. I giovani tentano, con questo gesto, di scongiurare la chiusura della sede decentrata. Sono una trentina gli universitari che passeranno la notte in un'aula del piano terra. Teoricamente l'istituto doveva chiudere alle 19, ma rimarrà aperto per la decisione del gruppo maturata in seguito alle notizie giunte da Torino dove il senato accademico ha discusso sul futuro delle sedi decentrate. La stessa riunione del senato è cominciata in ritardo a causa dell'occupazione del rettorato da parte degli studenti. Alcuni universitari stanno tornando da Torino per dare man forte ai colleghi monregalesi. Insieme agli studenti vi sono anche l'ex presidente del Politecnico Sebastiano Sordo e lo storico professore del Poli Lorenzo Mamino.

La seduta torinese è stata sospesa in tarda serata e rinviata alla prossima settimana. Dalle prime indiscrezioni, nella seduta del senato non sarebbe emersa la parola 'chiusura' per la sede decentrata di Mondovì. Ci sarebbe un'apertura in quanto si ipotizza l'utilizzo della teledidattica e di esercitazioni con docenti. Il presidio potrebbe continuare fino a sabato mattina, giorno dell'incontro tra il sindaco Stefano Viglione e i parlamentari ed i consiglieri regionali della Granda, i vertici della Provincia di Cuneo e della Fondazione Crc, nonché il Rettore o il Prorettore Marco Gilli.

Il sindaco Viglione portavoce di Mondovì al Senato Accademico

Mondovì: il sindaco consegna un appello al Senato

TARGATOCN.IT Il Comune di Mondovì in prima fila a difesa del Politecnico di Mondovì, poiché i vertici dell’ateneo torinese intendono chiudere tutte le sedi decentrate regionali: lo fa con un appello che il sindaco, Stefano Viglione – accompagnato dal consigliere comunale di opposizione, Stefano Tarolli – ha rivolto direttamente oggi pomeriggio ai componenti del Senato Accademico, mentre stavano per entrare nell’aula magna dell’ateneo torinese, dove questo pomeriggio era previsto un incontro decisivo sul futuro di tutti i decentramenti. Un gesto forte, che testimonia la volontà della Città tutta e del territorio di fare squadra, unita, per preservare l’identità universitaria monregalese: prima dell’assise del Senato Accademico, Viglione ha consegnato personalmente a tutti i componenti una lettera ed ha incontrato il rettore, prof. Francesco Profumo, nel suo ufficio. “Difendere il nostro Politecnico – ha detto Viglione - significa difendere la nostra Città: sto raccogliendo, in queste ore, la solidarietà e la disponibilità di tutte le istituzioni per fare gioco di squadra a difesa del decentramento monregalese. Purtroppo, nonostante l’intenso lavoro svolto non solo dal Comune per consolidare e sviluppare l’ateneo monregalese, oggi raccogliamo come una doccia fredda l’orientamento dei vertici del Politecnico fermo e deciso a chiudere tutte le sedi piemontesi”.

Va segnalato che l’azione del Comune proseguirà dopodomani (sabato 17 ottobre ore 9.30 presso il Palazzo Municipale) con un incontro convocato d’urgenza dal sindaco, Stefano Viglione, al quale sono stati invitati i parlamentari ed i consiglieri regionali della Granda, i vertici della Provincia di Cuneo e della Fondazione Crc, per assicurare un'incisiva azione a tutela del decentramento cuneese del Politecnico. Ecco il testo della lettera consegnata questo pomeriggio ai componenti del Senato Accademico. “Quest’oggi il Senato Accademico del Politecnico di Torino é chiamato a formulare degli indirizzi che sono determinanti per il futuro delle sedi decentrate dell’ateneo presenti nella Regione Piemonte, ed in particolare, per la comunità che rappresento, quella della provincia di Cuneo con sede a Mondovì. La realtà cuneese, attiva fin dal 1990, si è sempre caratterizzata per un significativo numero di studenti, che ne hanno testimoniato l’attrattività ed il valore per un ambito non solo provinciale, ed ha, nel tempo, acquisito anche una valenza internazionale, annoverando a tutt’oggi tra gli studenti diversi stranieri. E’ bene rimarcare l’impegno degli Enti istituzionali e delle forze sociali ed economiche della provincia di Cuneo che, negli anni passati ed attualmente, si sono adoperati - consapevoli che tale presenza rappresenta una grande opportunità ed un volano per lo sviluppo socio-economico del territorio locale - per un sostegno concreto alle attività didattiche ed alle spese di funzionamento della sede decentrata del Politecnico (oltre 20 milioni di euro sin dalla sua costituzione). Non ultima, va ricordata la recente concreta disponibilità di tutti gli attori della nostra provincia per definire un progetto di sviluppo del polo e delle attività di ricerca, che ha prodotto una serie di momenti di confronto e la formalizzazione di un impegno preciso, anche di natura finanziaria per il futuro del decentramento; rispetto a questo progetto, ed a tale costante impegno, appare del tutto incongruente la paventata soppressione della sede, scelta che non tiene conto della vitalità della stessa. Alla luce di quanto espresso, si ritiene che il decentramento cuneese costituisca una risorsa non solo da mantenere, ma da consolidare e potenziare in coerenza con il percorso già avviato e condiviso. Auspichiamo che il Senato Accademico nell’assumere le proprie determinazioni in merito ai decentramenti possa tenere in debito conto quanto qui rappresentato e le esigenze ed aspettative di un territorio che si è fortemente impegnato in questi anni a sostegno della sede cuneese”.

L’ULTIMA BATTAGLIA PER DIFENDERE IL POLI

L’ULTIMA BATTAGLIA PER DIFENDERE IL POLI
Gli studenti occupano la sede di Mondovì per salvarla dalla chiusura, si attendono i vertici accademici

MARCO TURCO – Questa non è una festa studentesca. È l’ultima carta che questi ragazzi possono giocarsi, e vogliono giocarsela fino in fondo. Il Poli di Mondovì è occupato dagli studenti. Abbiamo passato la serata con loro. Oggi nuova assemblea.
È la battaglia per la sede. “Il Poli non si tocca”, recita lo slogan. Il Senato accademico riunitosi ieri a Torino è stato bloccato da studenti e ricercatori: la chiusura delle sedi decentrate per ora è rimandata. Ma non è detto che la minaccia sia sparita del tutto, e gli studenti lo sanno bene.
Hanno passato la notte nelle aule di Mondovì: sacchi a pelo e caffè portato nei thermos. Con loro, alcuni dei docenti sia del corso di Ingegneria che di Architettura. Si stanno organizzando: non per un’occupazione semplice, ma per un’autogestione mirata a far capire quanto tengono alla sede monregalese. Si farà didattica alternativa, si formuleranno proposte e idee. Condivise anche con gli studenti di Vercelli, di Alessandria: via mail, via blog, o su Facebook.
Le firme raccolte e presentate al rettore Profumo sono quasi trecento. Sabato i vertici del Poli di Torino, forse il rettore o il pro-rettore Gilli, scenderanno a Mondovì per parlare con il sindaco, l’Amministrazione comunale, la Fondazione CRC e i consiglieri provinciali e regionali. Gli studenti non vogliono mancare: “Incontreremo il rettore e gli chiederemo spiegazioni: ci dica perché vuole chiudere una sede che funziona, appellandosi a una semplice circolare ministeriale”.
Il sindaco Viglione: “Difendere il nostro Politecnico significa difendere la nostra Città: sto raccogliendo, in queste ore, la solidarietà e la disponibilità di tutte le istituzioni per fare gioco di squadra a difesa del decentramento monregalese. Purtroppo, nonostante l’intenso lavoro svolto non solo dal Comune per consolidare e sviluppare l’ateneo monregalese, oggi raccogliamo come una doccia fredda l’orientamento dei vertici del Politecnico fermo e deciso a chiudere tutte le sedi piemontesi. La realtà cuneese, attiva fin dal 1990, si è sempre caratterizzata per un significativo numero di studenti, che ne hanno testimoniato l’attrattività ed il valore per un ambito non solo provinciale, ed ha, nel tempo, acquisito anche una valenza internazionale, annoverando a tutt’oggi tra gli studenti diversi stranieri”.
“E’ bene rimarcare l’impegno degli Enti istituzionali e delle forze sociali ed economiche della provincia di Cuneo che, negli anni passati ed attualmente, si sono adoperati - consapevoli che tale presenza rappresenta una grande opportunità ed un volano per lo sviluppo socio-economico del territorio locale - per un sostegno concreto alle attività didattiche ed alle spese di funzionamento della sede decentrata del Politecnico (oltre 20 milioni di euro sin dalla sua costituzione). Non ultima, va ricordata la recente concreta disponibilità di tutti gli attori della nostra provincia per definire un progetto di sviluppo del polo e delle attività di ricerca, che ha prodotto una serie di momenti di confronto e la formalizzazione di un impegno preciso, anche di natura finanziaria per il futuro del decentramento; rispetto a questo progetto, ed a tale costante impegno, appare del tutto incongruente la paventata soppressione della sede, scelta che non tiene conto della vitalità della stessa. Alla luce di quanto espresso, si ritiene che il decentramento cuneese costituisca una risorsa non solo da mantenere, ma da consolidare e potenziare in coerenza con il percorso già avviato e condiviso. Auspichiamo che il Senato Accademico nell’assumere le proprie determinazioni in merito ai decentramenti possa tenere in debito conto quanto qui rappresentato e le esigenze ed aspettative di un territorio che si è fortemente impegnato in questi anni a sostegno della sede cuneese”.

Studenti in assemblea: “Ora basta!”

POLITECNICO A MONDOVI’ - Studenti in assemblea: “Ora basta: siamo pronti a occupare l’Università per difenderla da chi la vuole chiudere!”
RACCOLTA DI FIRME, MENTRE A TORINO SI DISCUTE SULLA CHIUSURA DELLE SEDI DECENTRATE. SINDACO E MINORANZA INCONTRANO IL RETTORE

TURCO MARCO – “Vogliamo tenerci la nostra sede!”. Con uno slogan senza mezzi termini, urlato alla fine dell’assemblea, gli studenti del Poli di Mondovì mettono in chiaro le loro idee. E ora vogliono occupare le aule, forse già a partire da questa notte.
Accade tutto mentre a Torino è in programma la riunione del Senato accademico: all’ordine del giorno, il temuto verdetto sulla chiusura delle sedi decentrate. Una presa di posizione che l’Amministrazione del Politecnico piemontese, guidata dal rettore Profumo, potrebbe prendere “accodandosi” a una nota ministeriale firmata Gelmini. Se lo facesse, sarebbe il primo passo verso la definitiva soppressione dell’Università a Mondovì che ospita i corsi di Ingegneria e Architettura.
Sono mesi che si sente aleggiare questo timore. Nelle ultime settimane, le voci si erano fatte più insistenti. Si erano espressi politici, amministratori, docenti, la Fondazione “CRC” che finanzia ogni anno i corsi con un’ampia fetta di denaro. Mancava una voce: quella degli studenti. Oggi l’hanno fatta sentire.
“Siamo persone: basta considerarci solo come numeri da spostare o togliere!”. Sono le parole del rappresentante studentesco Giovanni Gasco. Davanti a lui, in una delle aule dell’Università monregalese, ci sono trecento ragazzi che chiedono chiarezza. “Non ci è masi stata data – racconta Gasco –. Quando si è parlato del futuro della nostra scuola, è stata stipulata una convenzione a cui noi non studenti siamo stati chiamati a fare parte. Si parla di criteri, magari economici, che porterebbero alla conclusione che Mondovì debba chiudere: ma non ci sono mai stati illustrati. E oggi stesso, alla nostra richiesta di poter ascoltare la riunione del Senato in streaming via internet, hanno risposto con un no secco. C'è qualcuno che rema contro di noi? Ora basta”.
L’assemblea è stata organizzata dall’associazione studentesca “Y-group”. Vi hanno preso parte docenti e studenti. Così tanti che l'aula non bastam devono aggiungere sedie dai corridoi e occupare i gradini. Il responsabile di Y-group: “È tempo di agire, o ci ritroveremo davanti a decisioni già prese. Dobbiamo difendere la nostra sede: che ha corsi specializzati, come quello in Architettura del paesaggio o Ingegneria per la gestione delle acque, di grande importanza per il futuro dell'ambiente. Scendiamo in campo: facciamolo con forza e in modo uniforme”. Le domande sono molte: perché il poli a Mondovì dovrebbe chiudere? Che cosa non ha funzionato? È una questione di soldi, di volontà politica? O ci sono responsabilità?
La nota della Gelmini parla di “mantenere l’offerta sostenibile”. Ovvero: laddove non ci sono i numeri per tenere aperto, si chiude. La questione non sembrava così imminente: fino a due giorni fa, si pensava che il Senato avrebbe discusso, ma rinviato la decisione. “Ieri invece ci è arrivata la notizia di una convocazione – aggiungono gli studenti –, urgente. I nostri rappresentanti c’erano: e hanno scoperto che oggi si sarebbe già deciso per la chiusura delle sedi decentrate”.
Anche tra i professori c’è amarezza. Il prof. Sordo, responsabile del corso di Ingegneria che per anni ha retto la sede di Mondovì, non la nasconde: “Il problema non è economico. I soldi ci sarebbero e le iscrizioni anche”. Altri non usano mezzi termini: “La circolare ministeriale non è un obbligo di legge – sono le parole del prof. Iuliano –. Da altre parti si stanno opponendo. Allora perché il nostro rettore e il Senato stanno già parlando di chiudere? Nella posizione di Torino e del rettore Profumo vediamo una volontà precisa”.
Il preside della facoltà monregalese passa la palla: “La questione dipende da Torino. Se vogliono allinearsi a quella circolare della Gelmini, è una scelta. Certo però che Mondovì ha il diritto di opporsi”.
Ancor più secca la dichiarazione del vicesindaco Manfredi: “Sono qua al posto del sindaco Viglione, che in questo momento sta portando le nostre istanze proprio al Senato accademico: non vogliamo che il Poli venga chiuso. Siamo pronti a chiederlo con ogni sforzo”. Aggiunge: “Si stima che i costi del poli a Mondovì si aggirino poco sopra il milione di euro all’anno, forse un milione e mezzo. Abbiamo detto al rettore Profumo che la città è pronta a stanziarli, grazie a un contributo della Fondazione CRC: non ci è mai pervenuta una risposta”.
Il sindaco Viglione ha consegnato il documento con la posizione dell’Amministrazione nelle mani del rettore. Era presente a Torino anche il consigliere di minoranza Stefano Tarolli (PD): “In un momento così difficile - sostiene il PD monregalese -, è assolutamente opportuno che tutte le forze politiche, economiche e sociali, facciano quadrato e si impegnino in modo determinato in una battaglia non solo bipartisan ma di assoluto rilievo per il bene di Mondovì. Il gruppo Consiliare del Partito Democratico di Mondovì ribadisce con ulteriore forza di essere pronto a qualsiasi iniziativa che possa tutelare al meglio questo patrimonio della Città”.
Parallelamente, alcuni studenti monregalesi si stanno preparando a fermarsi nelle aule universitarie per la notte: “Nessuna occupazione caotica – assicurano –. Nei prossimi giorni, tenteremo un’autogestione dell’ateneo insieme coi docenti. Ma vogliamo che la nostra voce arrivi fino a Torino. E se il rettore Profumo riterrà di poterci spiegare perché vuole chiuderci... lo aspettiamo qua a Mondovì”.

Rassegna stampa 16/10/2009

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