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venerdì 16 ottobre 2009

Lettera inviata poco fa al "Magnifico" Rettore

Carissimo Magnifico Rettore,

Gli Studenti del Polo di Mondovì all’unanimità chiedono il mantenimento della sede e dell’attuale qualità della didattica.
Ritengono che il Senato Accademico, anche in seguito alla proiezione in streaming della seduta tenutasi il 15/10/2009, non abbia minimamente tenuto in considerazione la qualità della didattica e degli Studenti che in questa città vivono, studiano, sognano.
Siamo esterrefatti dalla facilità con cui la direzione del Politecnico di Torino si stava apprestando a chinare la testa rispetto a tagli di risorse che non solo segnano la morte delle sedi decentrate, ma anche quella della didattica, della cultura e della conoscenza. Siamo inoltre disgustati da come queste decisioni stavano per essere prese senza prima consultare l’anima dell’Università : gli Studenti.
Gli Studenti fino ad ora sono stati considerati numeri e non persone, motivo per cui ora chiediamo di essere trattati con il rispetto che ci meritiamo e pretendiamo da chi decide delle nostre sorti.
Riteniamo inoltre che la didattica svolta in Italia, debba essere prioritaria rispetto a quella svolta all’estero, non accettiamo che una sede universitaria, che ha lavorato vent’anni sul territorio debba essere chiusa, senza prima ritirare i progetti, svolti ad esempio in Cina, che sottraggono ore preziose all’insegnamento in Italia e che rappresentano un ben magro vanto internazionale, rispetto alla sconfinata desolazione che si lascia in Italia.
Chiediamo a Lei e al Senato Accademico di avere coraggio, come già successo per il Politecnico di Milano, e di rifiutare questi tagli che minano in maniera oscena la credibilità e la qualità non solo del Politecnico di Torino, ma di tutte le università italiane.
Una posizione netta del nostro Ateneo contro i tagli permetterebbe a livello nazionale una riflessione molto più profonda su quello che sta succedendo nel mondo dell’istruzione e su quello che si può fare per ottimizzare, senza dover sacrificare a prescindere tutte le sedi decentrate.
“Se il governo non cambierà strada, convocando i rettori, ritirando tagli insostenibili e aprendo la via a una seria riforma dell’università, non potrò che dimettermi insieme agli altri rettori italiani” Questo diceva all’incirca un anno fa sulla Stampa, speriamo davvero che con tutta la foga di quei giorni Lei abbia di nuovo il coraggio di non chinare la testa, noi non lo faremo.
Gli studenti del politecnico di Mondovì

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