Appuntamenti

.

venerdì 16 ottobre 2009

L’ULTIMA BATTAGLIA PER DIFENDERE IL POLI

L’ULTIMA BATTAGLIA PER DIFENDERE IL POLI
Gli studenti occupano la sede di Mondovì per salvarla dalla chiusura, si attendono i vertici accademici

MARCO TURCO – Questa non è una festa studentesca. È l’ultima carta che questi ragazzi possono giocarsi, e vogliono giocarsela fino in fondo. Il Poli di Mondovì è occupato dagli studenti. Abbiamo passato la serata con loro. Oggi nuova assemblea.
È la battaglia per la sede. “Il Poli non si tocca”, recita lo slogan. Il Senato accademico riunitosi ieri a Torino è stato bloccato da studenti e ricercatori: la chiusura delle sedi decentrate per ora è rimandata. Ma non è detto che la minaccia sia sparita del tutto, e gli studenti lo sanno bene.
Hanno passato la notte nelle aule di Mondovì: sacchi a pelo e caffè portato nei thermos. Con loro, alcuni dei docenti sia del corso di Ingegneria che di Architettura. Si stanno organizzando: non per un’occupazione semplice, ma per un’autogestione mirata a far capire quanto tengono alla sede monregalese. Si farà didattica alternativa, si formuleranno proposte e idee. Condivise anche con gli studenti di Vercelli, di Alessandria: via mail, via blog, o su Facebook.
Le firme raccolte e presentate al rettore Profumo sono quasi trecento. Sabato i vertici del Poli di Torino, forse il rettore o il pro-rettore Gilli, scenderanno a Mondovì per parlare con il sindaco, l’Amministrazione comunale, la Fondazione CRC e i consiglieri provinciali e regionali. Gli studenti non vogliono mancare: “Incontreremo il rettore e gli chiederemo spiegazioni: ci dica perché vuole chiudere una sede che funziona, appellandosi a una semplice circolare ministeriale”.
Il sindaco Viglione: “Difendere il nostro Politecnico significa difendere la nostra Città: sto raccogliendo, in queste ore, la solidarietà e la disponibilità di tutte le istituzioni per fare gioco di squadra a difesa del decentramento monregalese. Purtroppo, nonostante l’intenso lavoro svolto non solo dal Comune per consolidare e sviluppare l’ateneo monregalese, oggi raccogliamo come una doccia fredda l’orientamento dei vertici del Politecnico fermo e deciso a chiudere tutte le sedi piemontesi. La realtà cuneese, attiva fin dal 1990, si è sempre caratterizzata per un significativo numero di studenti, che ne hanno testimoniato l’attrattività ed il valore per un ambito non solo provinciale, ed ha, nel tempo, acquisito anche una valenza internazionale, annoverando a tutt’oggi tra gli studenti diversi stranieri”.
“E’ bene rimarcare l’impegno degli Enti istituzionali e delle forze sociali ed economiche della provincia di Cuneo che, negli anni passati ed attualmente, si sono adoperati - consapevoli che tale presenza rappresenta una grande opportunità ed un volano per lo sviluppo socio-economico del territorio locale - per un sostegno concreto alle attività didattiche ed alle spese di funzionamento della sede decentrata del Politecnico (oltre 20 milioni di euro sin dalla sua costituzione). Non ultima, va ricordata la recente concreta disponibilità di tutti gli attori della nostra provincia per definire un progetto di sviluppo del polo e delle attività di ricerca, che ha prodotto una serie di momenti di confronto e la formalizzazione di un impegno preciso, anche di natura finanziaria per il futuro del decentramento; rispetto a questo progetto, ed a tale costante impegno, appare del tutto incongruente la paventata soppressione della sede, scelta che non tiene conto della vitalità della stessa. Alla luce di quanto espresso, si ritiene che il decentramento cuneese costituisca una risorsa non solo da mantenere, ma da consolidare e potenziare in coerenza con il percorso già avviato e condiviso. Auspichiamo che il Senato Accademico nell’assumere le proprie determinazioni in merito ai decentramenti possa tenere in debito conto quanto qui rappresentato e le esigenze ed aspettative di un territorio che si è fortemente impegnato in questi anni a sostegno della sede cuneese”.

Nessun commento:

Posta un commento