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venerdì 16 ottobre 2009

“Il futuro del Poli si dovrà discutere anche con noi”

Studenti e precari bloccano il Senato accademico

Per protesta buffet in cortile e sigilli alle porte


LA STAMPA - GIANNI SCARPACE - Gli studenti bloccano la riunione del Senato Accademico. Per un paio d’ore. Parola d’ordine: nessuna decisione sul futuro del Politecnico senza aver consultato gli interessati. Vale a dire, studenti, ricercatori precari e dipendenti delle sedi decentrate, a rischio di chiusura. Hanno vinto: il Senato Accademico ha rinviato ogni decisione in attesa di un incontro con l’assemblea degli studenti e ha approvato l’apertura di un tavolo di trattativa sulla situazione dei precari.La decisione definitiva verrà comunque persa nella prossima riunione del senato accademico che dovrebbe tenersi martedì prossimo. Al centro della polemica i paventati tagli che potrebbero colpire in particolare alcune delle sedi decentrate. A rischio prima fra tutte quella di Vercelli ma anche a Mondovì potrebbe esserci un netto ridimensionamento dove comunque si continuerebbe a fare ricerca. L’idea del Politecnico non è quella di smobilitare ma di sfruttar le nuove tecnologie. Le sedi distaccate rimarrebbero ma senza la presenza fisica dei professori pagati dal Politecnico. Le lezioni e tutto il materiale didattico arriverebbero, immagini comprese, via internet agli studenti nelle aule o, per chi lo desidera, addirittura a casa. I problemi maggiori potrebbero esserci per le esercitazioni dove è necessaria la presenza di tecnici e professori. Gli studenti pretendono. «Un anno fa, il rettore aveva annunciato il proprio dissenso con gli orientamenti del governo in materia di tagli al mondo universitario. Aveva annunciato le dimissioni nell’eventualità che il governo non avesse cambiato rotta. Roma ha trasformato in legge le sue intenzioni. E il rettore che fa?» dice Enrico, tra gli studenti più accalorati davanti all’aula dove è prevista la riunione del Senato Accademico, al primo piano della palazzina che ospita il rettorato. C’è anche una delegazione dei ragazzi di Mondovì, che hanno occupato il Politecnico della loro città. A manifestare con gli studenti ci sono anche i ricercatori precari e gli impiegati delle sedi decentrate.







BATTAGLIA VINTA



Alla fine i manifestantila spuntano:
si aprirà il tavolo di consultazione







Il rettore cerca di placare gli animi, parla con tutti. Sorriso e toni pacati. «Il mondo va al contrario - sostiene il Rino Lamonaca, Flc-Cgil Piemonte -. Serve un tavolo per la mobilitazione ha unito le varie componenti dell’università. Bisogna bloccare i licenziamenti».La manifestazione è incominciata alle 13, con grigliata nel piazzale del Politecnico e distribuzione di volantini agli studenti. Poi, la «siepe umana» davanti alla porta dell’aula riunioni al primo piano. L’obiettivo era di ottenere l’attenzione del Magnifico. E ci sono riusciti. «Vogliamo discutere le decisioni che ci riguardano» è la loro tesi. Il rettore ha promesso di non prendere decisioni nel merito, ma soltanto sui «termini della riforma». Ma gli studenti diffidavano. Hanno tentato di far sedere un paio di rappresentanti alla riunione del Senato Accademico: «Che male possono fare due testimoni?». Alla fine, è passata la «soluzione informatica»: collegamento in «streaming», che consentiva agli studenti di assistere alla riunione. Uno modo per sincerarsi che il Magnifico mantenesse i patti. E così è stato.
(16 ottobre 2009 - pag. 60)

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