Appuntamenti

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venerdì 13 novembre 2009

il video dell'inaugurazione con il nostro discorso....alla fine...

http://www.celm.polito.it/polistream/gestione/pagina.php?id=193

Auto blu e caschi blu

Sull'inaugurazione dell'anno accademico 11 novembre 2009

http://colpo.org



Oggi in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico 2009/2010, abbiamo voluto esprimere il nostro dissenso nei confronti della politica che l'ateneo sta portando avanti negli ultimi anni. Dopo aver partecipato a un'assemblea di lavoratori e precari del Politecnico, in cui si è discusso principalmente dei problemi dei precari della ricerca, abbiamo deciso di prender parte a modo nostro all'inaugurazione. Una cerimonia a cui sono stati invitati politici, militari e rappresentanti di aziende private, ma non studenti, lavoratori e precari!
Il nostro ingresso è stato impedito in modo violento dalle forze dell'ordine, schierate davanti alle porte dell'aula magna. A dare man forte alla DIGOS è stata chiamata anche la celere, fino a quel momento chiusa nelle quattro camionette parcheggiate davanti al Politecnico. Un clima surreale: un'università assediata dalle forze dell'ordine, con transenne che impedivano di accedere al cortile, trasformato per l'occasione in parcheggio per le auto blu dei signori in toga e in pelliccia. Negli ultimi mesi questa è la terza volta che il rettore autorizza l'ingresso della polizia al Politecnico, e questo dimostra che stiamo andando incontro ad un'università sempre più chiusa e militarizzata, in cui non c'è possibilità di dialogo, ma solo di obbedienza.
Non per gentile concessione del prorettore Gilli, ma con l'astuzia siamo entrati dal retro, portando rumorosamente le nostre critiche e richieste, interrompendo l'inaugurazione blindata, formale e fatta di velleità, disturbando per una decina di minuti la corte al servizio dei signori. La generale indifferenza in cui è caduto il nostro intervento, con tanti ospiti illustri che abbandonavano la sala per evitare le contestazioni, dimostra ancora una volta la volontà di non considerare ed escludere gli studenti da qualsiasi processo decisionale all'interno dell'ateneo.
Vogliamo un sapere libero, non in mano alle aziende. Per questo continueremo a ribadire con tutta la nostra voce che il modello aziendale di università non ci piace, che dare in mano ai privati la guida degli atenei è la morte dell'istruzione pubblica. La cultura legata ad interessi privati seguirà le stesse logiche di mercato che stanno distruggendo la nostra società.
Col.Po – Collettivo Politecnico, Torino

La nota 160: un problema non solo piemontese

Università, Imperia rischia la chiusura
Repubblica — 08 novembre 2009 pagina 7 sezione: GENOVA
IL POLO didattico di Imperia dell'Università di Genova è a rischio chiusura: il nuovo ordinamento, che il ministro Gelmini ha annunciato con una nota del 4 settembre scorso e che deve ancora essere varato, promette un giro di vite sul proliferare di corsi e curricula negli atenei italiani. Il numero dei docenti, nel polo imperiese, si potrebbe rivelare insufficiente per soddisfare i parametri necessari imposti dal ministero: quelli attuali prevedono 4 docenti per ogni anno di corso, sia per la laurea triennale che per la specialistica. «Il problema non esiste - taglia corto il rettore Giacomo Deferrari - non sappiamo ancora quali saranno i parametri indicati dal ministero e, per ora, Imperia è perfettamente in regola». Ma sono in molti però all' interno dell' ateneo a indicare il polo del Ponente a rischio, indicando la scarsità di docenti. Basti pensare cosa accadrà alle stesse facoltà a Genova. A Lettere, per prepararsi ai tagli del nuovo ordinamento, sta già lavorando una commissione che ha fatto i conti. Se le cose andranno come annunciato, nel giro di 4-5 anni, Lettere taglierà i corsi del 50%, passando da sei a tre. E non solo per effetto Gelmini, ma anche per il turn over dei professori, che passeranno a Lettere da 150 a 90 nello stesso arco di tempo. L' ancora di salvezza per Imperia potrebbe essere custodita nel "Prés", l' associazione di sei università (quattro francesi e due italiane), cui Genova partecipa e di cui il rettore Deferrari è vicepresidente: la sede distaccata del Ponente potrebbe diventare eccellenza nella regione, grazie all' accensione di corsi transfrontalieri. Per Imperia il rettore ha già accennato a un corso sull' ecologia ambientale tra Imperia e l' Università di Nizza. E questo implicherebbe il coinvolgimento a Ponente della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali. «Alla fine di agosto ho chiesto al ministero un finanziamento accessorio proprio per l' accensione di corsi transfrontalieri di questo tipo a Imperia - spiega Deferrari - e c' è sicuramente l' interesse del territorio su questo». Il rettore però indica come l' accensione dei nuovi corsi non sia alternativa alla sopravvivenza della permanenza delle facoltà che oggi lavorano a Imperia: Lettere (con il Dams), Giurisprudenza e Economia. Ma c' è un progetto che risolverebbe la situazione: lo ha presentato al rettore alcuni giorni fa Maurizia Migliorini, professore del dipartimento Diras di Lettere. Il progetto riguarda l' istituzione, con Nizza, di un corso di "Progettazione dei sistemi turistici e culturali", che ha l' atout di coinvolgere e rendere più forti le tre facoltà già esistentia Imperia. «Qui si tratta di salvaguardare posti di lavoro che già esistono - indica Migliorini - o ci reinventiamo Imperia come sede di un polo internazionale oppure l' esperienza di quella realtà didattica è destinata a concludersi». - MICHELA BOMPANI