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mercoledì 21 ottobre 2009

INTERVENTO di Riccardo Vaschetti, Sindaco di Mondovì dal 1994 al 2002

Egregio direttore,
l’amarezza che provo nell’osservare la piega presa dalla vicenda del Politecnico monregalese mi spinge a prendere una posizione netta su quanto ha provocato l’attuale situazione. Quando, nel 1995 presenziai come giovane sindaco alla consegna dei primi diplomi di laurea del decentramento monregalese, l’allora Rettore Zich tracciò un positivo bilancio dell’esperienza in corso, non nascondendo peraltro le molte cosa ancora da fare per dare alla sede monregalese una maggiore fruibilità e funzionalità. Da quel giorno ebbi la possibilità di partecipare a ben otto inaugurazioni dell’anno accademico e di formarmi pertanto una certa cognizione di causa seguendo costantemente, anche attraverso l’ente per il decentramento universitario, l’evolversi della presenza universitaria nella nostra provincia.
La collocazione del Poli a Mondovì nelle scuole Battaglia nasce da una decisione della giunta Giusta quando, nel 1992, dovette trovare una sede per l’avvio imminente dei corsi. La crescita esponenziale di studenti avvenuta nei primi anni ci impose di trovare soluzioni immediate che purtroppo non risolsero a fondo il problema. Ho sempre sostenuto che la zona non fosse idonea ad un’espansione adeguata, chiusa com’è da un lato da una collina non edificabile e dall’altra dal centro storico di Breo. In occasione della chiusura del Battaglione Allievi Finanzieri di Mondovì ottenni (a titolo di risarcimento per la Città) dall’allora Comandante Generale Mosca Moschini, la promessa che la struttura della Galliano sarebbe stata dismessa a scopi universitari, progettando così una cittadella universitaria sul modello di Urbino. Chi non ricorda il dibattito che si innescò in materia? Da una parte la preoccupazione dei commercianti di Breo, dall’altra le giuste aspettative del quartiere Piazza. Compresi, nel corso dei numerosi incontri con il Rettore Zich e con i Presidi di facoltà, che il futuro del Politecnico di Mondovì era strettamente legato alla situazione strutturale della sede decentrata, in particolare a quanto il Poli stesso avrebbe investito in tal senso. Iniziò allora un vero e proprio braccio di ferro tra l’amministrazione comunale ed il Senato Accademico poco incline ad investire su Mondovì. Durante un durissimo incontro a Torino, il Rettore Zich mi presentò un parere della commissione edilizia interna che dopo una lunga ed opinabile prolusione concludeva con un parere negativo al trasferimento a Piazza nella Galliano. Ricordo che mi alzai dal tavolo dell’incontro dichiarando che se al Politecnico non andava bene Piazza, l’amministrazione avrebbe riflettuto se il decentramento fosse utile alla città. Venni rincorso nel corridoio dall’amico Prof. Sordo e nel corso del successivo pasto frugale in mensa universitaria il Rettore mi assicurò che avrebbero rivisto la posizione. In effetti un nuovo parere, questa volta favorevole, pur con ipotesi a mio avviso ancora eccessive, venne da lì a poco. Fu prodotto anche un progetto preliminare che peraltro prevedeva un costo complessivo molto alto.
L’occasione favorevole ci fu quando l’allora senatore Lorenzi ottenne uno stanziamento in finanziaria di otto miliardi (di lire purtroppo) destinati al Politecnico di Torino ma da utilizzare per la sede di Mondovì. Non erano sufficienti al completamento dell’ambizioso progetto ma potevano rappresentare un primo passo verso il reperimento di tutte le risorse necessarie. Le amministrazioni comunali successive non hanno avuto la forza e forse la convinzione di raggiungere questo obiettivo, e non si è creato un movimento di opinioni che facessero lobby a più alti livelli. Si è tornati a dissertare sull’ampliamento di Breo in modo sempre meno convinto, ma a mio avviso la sorte del Poli a Mondovì è stata segnata nel momento in cui il Senato accademico ha capito di poter restare come ospite, con investimenti minimi, sino a quando questo fosse stato ritenuto utile all’ateneo, infischiandosene di quanto fatto da Mondovì e dalla Provincia in tutti questi anni. Provate immaginare cosa ne sarebbe oggi dell’ospedale di Mondovì se il Comune, prima di chiunque altro, non si fosse battuto, acquistato il terreno, fatto sistema con gli altri enti pubblici, progettato il futuro con l’ASL ottenendo così una nuova struttura sanitaria: oggi Mondovì non avrebbe più un ospedale. Ho già avuto occasione in passato di esprimere questi concetti, mi spiace davvero di essere stato facile profeta, lo sbaglio davvero enorme che è stato fatto, è stato quello di non ottenere dal Poli (aiutandolo ulteriormente a reperire i fondi) di investire in strutture di edilizia universitaria nello splendido complesso di Piazza, proprio nel momento in cui la città stava progettando il rilancio del quartiere con una serie di opere che in qualche modo si sarebbero perfettamente integrate alla tanto auspicata ed oggi sfumata cittadella universitaria.

Riccardo Vaschetti
Sindaco di Mondovì dal 1994 al 2002

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