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sabato 24 ottobre 2009

L’Onda torna in piazza: «Tagli sulla nostra pelle»

da ilsecoloxix.ilsole24ore.com

Preceduti da un vistoso striscione con la scritta “Gelmini stai attenta, siamo l’Onda che ti travolge”, oltre duecento studenti hanno manifestato ieri mattina contro la riforma della scuola. Il corteo, partito da corso Crimea, ha raggiunto via Gentilini dove ha sede il provveditorato agli studi, poi attraversato il centro cittadino sino a piazza della Libertà e via Faà di Bruno. Davanti all’istituto Saluzzo c’è stata un po’ di tensione con le forze dell’ordine, i ragazzi hanno tentato di entrare poi hanno desistito.

L’occupazione, preannunciata da giorni, «è stata rinviata a lunedì», dice Simone Bertolani, uno dei portavoce dell’Onda. Ieri pomeriggio il movimento studentesco si è riunito in assemblea per decidere le prossime mobilitazioni. «La nostra voleva essere una occupazione pacifica che non bloccava la didattica – aggiunge Simone – Una specie di autogestione per riprenderci la nostra scuola con tre ore al giorno di assemblee sui problemi che riguardano il nostro diritto allo studio. Questa riforma non la vogliamo. Se nel 2008 già si parlava di tagli, ora abbiamo iniziato a sentirli sulla nostra pelle: classi sovraffollate, alunni disabili ai quali non viene garantito il sostegno».

Per Lucio Guglielmi, quinta liceo scientifico “Galilei” «l’Onda non si deve fermare, creando un clima in cui gli studenti siano capaci di essere inseriti come parte attiva». Alice Bocchio, insegnante elementare precaria, porta un cartello con la scritta «sedotta e abbandonata», nel senso che è rimasta senza lavoro a fine anno scolastico; Raffaele Serra, pure precario, ha ottenuto nove ore al “Palli” di Casale. Per Federica Poli, studentessa di Scienze politiche, ieri è stato »l’inizio di una serie di mobilitazioni. All’università Avogadro se non arrivano fondi, il prossimo anno sono garantiti solo sei mesi di stipendi. Nella facoltà di Scienze Mfn piove nei laboratori».

Per Davide Nocito, segretario provinciale Giovani Udc «la manifestazione degli studenti è la proiezione di un malumore più che giustificato, una “onda” anomala prodotta da un terremoto, silente per troppo tempo». Esprime «solidarietà a tutti gli studenti, ai professori, ai docenti universitari, ai precari del mondo della scuola e a tutti i genitori nonché al personale dell’Ata che denunciano gli effetti della riforma che, fra le varie cose, sta determinando anche la chiusura di alcune strutture universitarie».

Un problema che riguarda il “Poli” di viale Michel. «Sono poco convinto che la riorganizzazione del Politecnico di Torino, con la conseguente soppressione della didattica nelle sedi decentrate tra cui Alessandria, sia un “grande segnale al Paese” come sostiene il rettore Profumo. Il sindaco Piercarlo Fabbio ricorda che il Comune tra il 2002 e il 2008 ha versato oltre 1 milione di euro «per migliorare il funzionamento di una sede decentrata in termini di didattica».

Il presidente della Provincia, Paolo Filippi, ha convocato per lunedì alle 15 una riunione sulla situazione del “Poli”, invitando il rettore, i parlamentari alessandrini, assessori e consiglieri regionali.

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