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sabato 24 ottobre 2009

Mondovì: studenti e politici in piazza per salvare il Poli


Consiglio comunale acceso quelo che si è svolto ieri sera a Mondovì, presso la sede del Politecnico. Erano present' tutta la Giunta e tutti i consiglieri comunali, oltre agli studenti, alle rispettive famiglie e a molti membri del corpo docenti. Un'unica voce quella emersa: totale e ferma coesione, nessuno escluso, nell'usare ogni mezzo a disposizione, politico ed economico, per salvare la sede decentrata dell'Università di Torino a Mondovì. Addirittura un tavolo a Roma, per il quale si sta mobilitando il sindaco di Mondovì Stefano Viglione. "Se il Rettore dichiara che i politici, pericolosi e invadenti, hanno cercato di influenzarlo in tutti i modi, allora cercherò di riunire un tavolo di discussione a Roma che coinvolgerà le autorità di Comune, Provincia, Regione e Ministero dell’Istruzione a riflettere sulle delibere del Magnifico Rettore e del Senato Accademico” - ha dichiarato.

Per ribadirlo oggi si svolgerà una manifestazione, alle 12, proprio nel centro di Mondovì, in piazza Cesare Battisti, alla quale parteciperanno tutti coloro che dicono no alla chiusura del Poli, studenti in testa, quegli studenti che, negli anni, hanno apprezzato le caratteristiche di un modello universitario caratterizzato da grande attenzione alla didattica e con un rapporto tra studenti e professori non ripetibile in Università con i numeri di quella di Torino o di altre grandi città. 1400 circa gli studenti che si sono laureati a Mondovì. Oggi alcuni di loro prenderanno parola durante la manifestazione per testimoniare dell'eccellenza dei servizi offerti dal polo universitario monregalese e del rapporto proficuo tra università e mondo del lavoro, grazie ad un legame con il territorio molto solido.

Gli iscritti all'anno accademico 2009/2010 sono circa 850. Una parte di loro sta occupando l'università in modo pacifico, senza impedire lo svolgimento delle lezioni. Il 13%, stando ad un'indagine effettuata tra gli studenti, se chiudesse il Poli di Mondovì abbandonerebbe l'università per impossibilità a trasferirsi in sedi più lontane. Le proposte emerse ieri sera sono state le più disparate, tutte finalizzate a salvare la sede monregalese: dal passare sotto l'egida dell'università di Genova al provare ad esistere in totale autonomia. Di fatto, la chiusura del Politecnico, sarebbe un gettare all'aria vent'anni di investimenti milionari e l'indotto creatosi nel tempo, con circa 400 pasti quotidiani preparati nei bar cittadini e 150 case ristrutturate e affittate agli studenti fuori sede.

La battaglia per salvare il Poli è quindi in pieno svolgimento. E il fronte monregalese appare sempre più compatto nel dire no ad un disegno di accentramento verso Torino del sapere universitario, disegno che vanificherebbe anni di enormi investimenti a favore del polo monregalese e i traguardi di eccellenza da esso raggiunti.

In foto, il consiglio comunale di ieri sera

Barbara Simonelli   http://www.targatocn.it/ 

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