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giovedì 15 ottobre 2009

VILLANOVA MONDOVI'. WORKSHOP CON IL POLITECNICO

Team d'esperti nella fabbrica dismessa Laureandi italiani e americani studiano il rilancio delle ex Ceramiche Musso
LA STAMPA - CHIARA VIGLIETTI - VILLANOVA MONDOVI' Non solo futuri architetti cuneesi, ma anche italiani e americani. Ecco il team internazionale di laureandi in Architettura che il Politecnico di Mondovi' ha riunito intorno ad un tavolo per «ragionare» su quel che resta delle ex «Ceramiche Musso» di Villanova Mondovi': 20.000 metri quadrati di terreno, con al centro un grande fabbricato industriale. Abbandonato, malconcio. E dismesso, da piu' di trent'anni. Ma pur sempre l'ultima testimonianza su piazza di un mercato che per centinaia d'anni ha esportato ceramiche e piatti «battenti bandiera monregalese» in Egitto, Siria, America, Messico e Palestina. Questo un secolo fa. Oggi si parte da una prospettiva diversa: un'identita' da preservare. Come? Lorenzo Mamino e Paolo Mellano, docenti del Politecnico e titolari del progetto, hanno le idee ben chiare: «Di certo non vogliamo museificare la struttura, creando magari un doppione del museo della ceramica, in allestimento a Mondovi'. Piuttosto il punto d'arrivo e' un altro: fare in modo che la fabbrica racconti se stessa, la gente che ci operava, le tecniche di decorazione che andavano per la maggiore». Per capirlo, parola loro, non serve lavorare neanche troppo di creativita'. Basta farsi un giro per gli stanzoni dove tutto e' rimasto com'era cinquant'anni fa: gli stessi macchinari per frantumare ed essiccare argilla, calcare, quarzo, gli stessi stampi per forgiare le terraglie, gli stessi arnesi di un lavoro a meta' tra perizia manuale e primi rudimenti industriali. E poi le decorazioni: una storia nella storia, fatta di stampini all'aerografo, sagome, pennelli e veline decorate. «Ho proposto personalmente al Comune di Villanova Mondovi' e alla proprieta' di lavorare insieme per capire come rifunzionalizzare al meglio la fabbrica - dice Mamino -. E' un patrimonio che non possiamo permetterci di perdere, perche' le nostre radici partono anche di li', da un sito industriale che a inizio Novecento sfamava intere famiglie del Monregalese e che prima della guerra arrivo' a sfornare quasi un milione e mezzo di pezzi l'anno». Il workshop, intitolato «Un luogo, una fabbrica», si concludera' a meta' marzo. Tappe successive: una mostra a Villanova dei lavori maturati in un mese di rilievi, studi, progettazione. Infine, si augurano i docenti del Politecnico, il reperimento di fondi da parte del Comune per dare seguito alle idee. Juliana Ricaute, 24 anni, aspirante architetto, e' arrivata da Bogota' per studiare le ceramiche monregalesi: «Prima di venire qui non sapevo nulla di galletti e ceramica monregalese. In Sud America esiste piuttosto la tradizione del vasellame in terracotta. Visitare le ex ceramiche Musso, capire la lavorazione attraverso le macchine della fabbrica, e' stato un po' come riscoprire il senso della storia di questi luoghi». (04-03-2009)

http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=9292227

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