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lunedì 9 novembre 2009

Gelmini: «Più risorse ai poli avanzati»

Da Ilsole24ore.com


Nel terzo millennio la ricerca si fa in squadra. Ed è proprio per questo che il ministro per l'Istruzione, l'università e la ricerca, Mariastella Gelmini, inserirà nel nuovo piano il concetto di «costellazione di imprese».

-Ministro Gelmini, nelle classifiche internazionali l'Italia risulta in coda nelle spese di ricerca misurate come percentuale del Prodotto interno lordo. Con quali effetti sul nostro sistema produttivo?
La ricerca è un fattore essenziale per sviluppo e occupazione. La riforma universitaria, basata sulla promozione dei giovani e sul merito, fa parte di questa strategia. Senza promuovere l'eccellenza e la concentrazione delle risorse nei poli avanzati, non è possibile pensare di raggiungere gli obiettivi di Lisbona per la ricerca Ue, che prevede per l'Italia di investire il 2,5% del Pil.

-Gli economisti più attenti sostengono che le aziende, specie le Pmi dei distretti, fanno moltissima innovazione incrementale, sul modello giapponese del kaizen, che viene sistematicamente incorporata nel prodotto finale. In sostanza parecchia ricerca effettuata dall'Italia non risulta formalizzata anche perché le statistiche tengono conto solo di quella dei grandi gruppi, in laboratorio. Che cosa ne pensa?
Siamo un paese dove l'innovazione è diffusa molto più capillarmente di quanto l'Ocse non riesca a valutare. Si pensi alle eccellenze nella fisica nucleare, nell'aerospaziale o nella tutela del patrimonio culturale per le quali siamo al top nel mondo.

-Che cosa prevede il nuovo programma nazionale in gestazione?
Il piano della ricerca tiene fortemente conto del tessuto connettivo italiano coinvolgendo l'industria nel processo di definizione degli obiettivi. La creatività è un elemento del patrimonio genetico delle Pmi e l'innovazione è parte fondativa della nostra imprenditorialità. Lo sforzo che sto facendo è quello di favorire l'aggregazione delle Pmi per meglio affrontare le sfide della competitività internazionale, creando massa critica in termini patrimoniali ed economici.

-Che obiettivi specifici si è data?
Nella definizione delle priorità del prossimo bando sulla ricerca industriale del piano operativo nazionale di ricerca è stato elaborato per la prima volta il concetto di "costellazione di imprese", proprio in attuazione di una strategia di squadra.

-L'Italia, come accennato, ha numerosi esempi di eccellenza, specie nell'innovazione dei settori chiave della nostra industria: le 4 A (arredamento, automazione, agroalimentare, abbigliamento) si fanno rispettare in tutto il mondo. Come si spiega tutto questo?
Non è affatto una contraddizione. Esistono, come dicevo, molte altre eccellenze della nostra ricerca, al di là dei distretti. Il lavoro che sto portando avanti è quello di valorizzarle tutte il più possibile, evitando la polverizzazione delle risorse, anche per poter essere più competitivi nella Ue ed attingere così più efficacemente ai fondi europei. Ho voluto la ricostituzione della direzione generale per l'Internazionalizzazione della ricerca come un segnale molto chiaro in tal senso.

-Il rettore del Politecnico di Torino, Francesco Profumo, propone (si veda Il Sole 24 Ore di ieri) un piano Marshall della ricerca per l'economia. Che cosa ne pensa?
Il rettore Profumo ha ragione a parlare della necessità di un programma d'azione forte su questo tema. Ma, a differenza del piano Marshall, che aveva aiuti stranieri, il mio piano nazionale, ormai in dirittura d'arrivo, mira a ottimizzare l'uso delle risorse nazionali e ad attrarre il massimo delle risorse Ue.

-Quali sono i fondi che pensa di mettere a disposizione del sistema?
Su questo punto ho il sostegno della conferenza dei Rettori che ha compreso e sostiene la mia strategia dell'internazionalizzazione. Il programma quadro Ue vale 50 miliardi. Il prossimo, a partire dal 2013, sarà di oltre 100 miliardi. L'Italia parteciperà attivamente sia alla seconda fase del programma in corso sia alla definizione delle priorità dell'ottavo per costruire bandi il più possibile vicini alle priorità e alle eccellenze della ricerca italiana e migliorare quindi la nostra competitività internazionale.

-Quali sono le novità del programma nazionale della ricerca 2009-2013?
La promozione delle eccellenze è uno dei principi guida, insieme all'aggregazione delle risorse intorno a questi poli, alla promozione dei talenti e all'internazionalizzazione. Per la definizione delle priorità abbiamo voluto il massimo coinvolgimento degli altri ministeri, delle regioni, delle università, degli enti pubblici di ricerca, dell'industria e delle parti sociali.

-Come pensate di andare incontro alle richieste delle imprese?
Le aziende attraversano un momento difficile. La soluzione non sono gli aiuti a pioggia, bensì la collaborazione nella definizione di obiettivi più ambiziosi che rilancino l'innovazione come volano economico del paese.

-Che cosa si può fare per evitare altre delusioni tipo click day sul credito d'imposta alla ricerca?
Stiamo lavorando, insieme ai ministeri dell'Economia e delle Finanze e dello Sviluppo economico, titolari di tale competenza, per trovare la maggiori forme possibili di incentivo che favoriscano gli investimenti privati. Si tratta di un work in progress che deve tener conto di tutte le necessità economiche del paese e che costituisce per me una priorità assoluta.

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