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domenica 25 ottobre 2009

FABBIO POLEMICO: "SONO POCO CONVINTO DALLA RIORGANIZZAZIONE DEL POLITECNICO DI TORINO"

(el. sca. 23/10) - Il sindaco, Piercarlo Fabbio, interviene nella polemica seguita alla chiusura della didattica della sede alessandrina del Politecnico. Trasmettiamo integralmente il suo intervento. “Sono poco convinto che la riorganizzazione del Politecnico di Torino, con la conseguente soppressione della didattica nelle sedi decentrate – tra cui Alessandria – sia un “grande segnale al Pese” come sostiene il rettore Profumo.
Io so solo che il Comune di Alessandria, che non ha mai attentato all’autonomia del Politecnico, ha versato per il funzionamento della sede decentrata degli Orti, ben 1 milione e 45 mila euro in cinque anni (2003 – 2008).
Questo per migliorare la performance di una sede decentrata in termini di didattica, perché sulla ricerca ben altri sono i volumi di denaro che ci si apprestava a fare giungere al Politecnico.
La Cittadella della Conoscenza avrebbe mosso, nel giro di tre anni, tra risorse comunali e risorse dei Parco Territoriali di Sviluppo e Disponibilità della Fondazione, ben 7,5 milioni di euro. Nel recente passato la presenza di Proplast – oggi emigrata nel Piano Tecnologico di Tortona – società partecipata fino al 2009 dal Comune di Alessandria, aveva garantito circa 500 mila euro ogni anno al Politecnico.
A ciò si aggiungono risorse annue per la didattica che gli altri componenti del Consorzio per il Politecnico ogni anno versavano all’Ateneo (circa 800.000 euro).” Gli enti locali hanno sempre fatto la loro parte, non a caso i corsi di Alessandria, in termini di costi per C.F.U. (crediti formativi universitari) sono del 25% più bassi di quelli torinesi e del 35% minori di quelli vercellesi.
Quindi la nostra sede era più efficiente di altre, ma visto che dovevamo dare un “grande segnale al Paese”, in splendida autonomia, abbiamo reso più complicato l’accesso agli studi di studenti e diminuito la capacità di disseminazione della conoscenza, che, a veder bene, è un pessimo segnale ad un Paese che chiede più efficienza, ma anche più alto livello di democrazia. Poi capiamo tante cose, allora il Rettore dica la verità: la ricerca incassa e la didattica costa e non rende”.

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