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domenica 18 ottobre 2009

Poli, l’occupazione continua

Molte attese dal vertice di martedì tra la Bresso e il rettore Profumo

LA STAMPA - MONDOVI’ - GIANNI SCARPACE - Tutti chiedono una sospensione della decisione del Senato accademico sul destino della sede decentrata del Politecnico di Mondovì. Oltre all’appello, c’è anche uno spiraglio che si è aperto grazie alla riunione bipartisan, in Comune, ieri, voluta dal sindaco di Mondovì Stefano Viglione con tanti amministratori del Monregalese. La speranza è che il presidente della Regione Mercedes Bresso, martedì, quando incontrerà il rettore Francesco Profumo, riesca a convincere i vertici del Politecnico che le peculiarità e le caratteristiche della sede di Mondovì sono tutt’altro che un doppione di Torino e che la didattica offerta è fortemente legata a temi di carattere locale ed imprenditoriale: ad esempio l’architettura del paesaggio, la gestione delle acque, l’agroalimentare.
Per la Regione, ieri, nella sala del Consiglio comunale, ha ascoltato e accolto queste istanze l’
assessore all’Università Andrea Bairati. Per il Politecnico c’era il prorettore Marco Gilli, che riferirà a Profumo e al Senato accademico gli esiti della riunione. Al centro della discussione, i tagli che colpiranno le sedi decentrate sull’offerta formativa. A rischio c’è tutta la didattica tradizionale: rimarrebbero corsi a Torino, lezioni via internet agli studenti nelle aule monregalesi e qualche master di specializzazione in sede.
Gli studenti, i
eri, hanno ribadito il no alla teledidattica, ma soprattutto il mantenimento dell’offerta formativa a Mondovì così com’è, ipotesi in pratica già negata dal Senato accademico. «Non tutte le sedi sono uguali - ha detto Bairati - per numeri, storia e risultati. A Mondovì s’è fatto un percorso virtuoso trasformato in sede di interesse regionale. Si possono capire i criteri di razionalizzazione, però manca un pezzo: è sbagliato tagliare generalizzando». E ancora: «Il Senato non faccia l’errore della Gelmini: il lavoro fatto a Mondovì dall’università con enti, Fondazione Crc e aziende non si può accantonare. Da altre parti il sistema imprenditoriale assume uno o due laureati all’anno, qui è diverso. Chiederemo a Profumo di non archiviare tutto». Sulla stessa linea l’assessore regionale Mino Taricco, con i consiglieri Giorgio Ferraris ed Elio Rostagno: «Mondovì è una sede con una specificità unica».

«Una considerazione e una proposta -
ha detto l’onorevole Enrico Costa -: due anni fa in questa stessa aula il Politecnico andava in direzione opposta, incitando allo sviluppo dell’attività, tanto che il territorio si è impegnato aumentando i finanziamenti. Oggi si prende a pretesto una circolare del ministro che, in realtà, non dice nulla. L’università non può tornare ad essere il cinema Ferrini con la proiezione delle lezioni. Propongo una moratoria di un anno per Mondovì». Tanti gli interventi dopo un battibecco tra Costa e Bairati, che ha lasciato l’aula al momento della controreplica. Ezio Falco (Fondazione Crc) ha giudicato «eccessiva e incomprensibile» l’interpretazione della circolare, «quasi un segno di disperazione». L’onorevole Teresio Delfino ha parlato del pericolo di «capovolgimento di una tendenza virtuosa di Mondovì», i docenti monregalesi (Teresio Sordo e Lorenzo Mamino in testa) hanno chiesto di «fare come a Milano: rinnovare l’offerta didattica senza tener conto delle indicazioni della circolare ministeriale». La concessione del prorettore Gilli: «Siamo disposti a valutare un’apertura, ma non per adottare soluzioni che non potremmo sostenere». Intanto l’occupazione degli studenti, al Poli, continua.

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