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martedì 27 ottobre 2009

Torino: non hai 23 di media? Niente specialistica

Da "La Stampa", ANDREA ROSSI

TORINO
C’è chi dice che potrebbe essere considerata una misura incostituzionale. C’è chi la considera un’introduzione sotto mentite spoglie del numero chiuso. C’è chi la ritiene invece un ulteriore passo verso la costruzione di un’università d’élite, capace di coltivare - e premiare - il talento. C’è infine chi suggerisce calma e prudenza, perché con la rivoluzione in corso tante cose potrebbero ancora cambiare, compresa questa. Però un fatto è certo: la norma è stata discussa in diverse commissioni e licenziata dal Senato accademico. È pure scritta nero su bianco sulla Guida dello studente di tutte le facoltà: dal prossimo anno accademico al Politecnico ci si potrà iscrivere alla laurea specialistica soltanto se si avrà ottenuto durante la triennale almeno la media del 23 (su 30) negli esami. Uno spartiacque piazzato nel bel mezzo del tanto bistrattato e discusso «3+2»: per avere accesso al «+2» non basterà essersi laureati, bisognerà dimostrare un percorso di studi eccellente. Non è finita, l’asticella è destinata a salire ancora: dal 2012/2013 la media delle votazioni dovrà essere 24.

La norma sta già facendo discutere. E soprattutto semina timore tra gli studenti. Basta una rapida occhiata all’ultimo rapporto Almalaurea, nella sezione dedicata ai laureati triennali del «Poli», per capire perché: con i parametri in vigore dal prossimo anno dei 2339 laureati di primo livello nel 2008 tanti sarebbero stati costretti a fermarsi o a cambiare ateneo. La media, infatti, è 23,4, pericolosamente vicina alla soglia critica. Troppo vicina, al punto da far gridare gli studenti del Collettivo all’«attentato al diritto allo studio». «Così la laurea specialistica diventerà un privilegio per pochi», dicono.

Il rettore Francesco Profumo non la pensa così. «Vedo in alcuni studenti la tendenza a chiudere in fretta la laurea triennale, senza troppa attenzione alla qualità dei risultati, puntando invece tutto sulla specialistica. Non credo sia l’atteggiamento migliore». I numeri sembrano dargli ragione: se i laureati della triennale hanno una votazione media del 23,4, tra quelli della specialistica si sale di un punto, 24,4. «Devono capire che, anche per l’ingresso nel mondo del lavoro, quel che conta è la valutazione complessiva, non solo l’ultimo tratto di strada - insiste il rettore - è l’intera carriera a dimostrare la serietà, l’affidabilità e la costanza di una persona. Non è una norma punitiva. Vogliamo sia un segnale ai ragazzi perché cerchino di mantenere un rendimento costante». «D’accordo, però secondo noi non è sostenibile, e forse anche incostituzionale», replica Luca Bazzano, uno dei rappresentanti degli studenti in Senato accademico. «Per di più il Politecnico è l’unica università tecnologica di tutto il Piemonte e la Val d’Aosta. Non ci sono alternative».

A sostenere la scelta del «Poli» c’è un’indicazione di qualche anno fa del ministero dell’Università che lasciava gli atenei liberi di fissare modalità e criteri. Ora il rettore Profumo spiega che con la riorganizzazione complessiva in atto i parametri potrebbero essere rivisti e modificati. Ma la strada sembra segnata: gli studenti sono avvisati.

1 commento:

  1. Dai Rettore spieaci ancora qualcosa del mondo fuori dall'università...Poi quando hai finito di Parlare a vanvera ascoltaci. Ascolta la voce di coloro che pagano le tasse per studiare e lavorano per pagare le tasse. Forse qualcosa del Mondo lo sappiamo anche noi. Potrebbero esserti utili le nostre informazioni. Almeno a non dire sciocchezze.

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